DDL 16. LAVORI PUBBLICI: SEMPLIFICATA NORMATIVA SU SICUREZZA CANTIERI
(ACON) Trieste, 27 mar - Finalità e obiettivi del disegno di
legge "Misure di programmazione strategica per lo sviluppo del
sistema territoriale regionale" non si toccano. Lo hanno deciso i
Gruppi di Centrodestra del Consiglio regionale presieduto da
Mauro Bordin e che questa mattina ha iniziato a votare i circa 80
articoli del ddl 16. Inutili, infatti, i tentativi di Open
Sinistra Fvg e Pd di introdurre, rispettivamente, una maggiore
partecipazione dei cittadini e di abrogare in toto la legge
regionale 14/2002 che disciplina i lavori pubblici.
Proprio in merito a questa materia, prevista negli articoli dal 3
al 24 che caratterizzano il Capo II, l'Aula ha deciso di
prevedere, come modifiche siglate dall'assessore Cristina
Amirante, un allineamento alla disciplina regionale in merito a
modalità e tempistiche di approvazione del Piano triennale dei
lavori pubblici a quella del Codice dei contratti pubblici
(decreto legislativo 36/2023); una semplicazione dell'articolo
sulla sicurezza nei cantieri, accogliendo così i suggerimenti
delle Ater e dell'Ordine degli ingegneri.
Inoltre, si specifica che i lavori da realizzare in
amministrazione diretta non sono inseriti nella programmazione
triennale dei lavori pubblici, mentre, accogliendo indicazioni
arrivate trasversalmente in Commissione, si evidenzia la Giunta
regionale quale organo deputato ad assumere le scelte di
indirizzo affermando che le compete l'approvazione del progetto
di fattibilità tecnico-economica, posto che può sempre delegare
la cosa al direttore regionale competente.
Approvata anche la previsione di Stefano Balloch (FdI) in materia
di controlli e vigilanza, proposta con lo scopo di accelerare le
tempistiche di realizzo delle opere pubbliche, ovvero attuare a
livello regionale, tramite una convenzione con l'Autorità
nazionale anticorruzione e altri enti, i controlli e le vigilanza
per renderli centralizzati e fruibili alle stazioni appaltanti.
Parimenti, Marco Putto e Massimo Moretuzzo (Patto per
l'Autonomia-Civica Fvg), a cui si è aggiunta Serena Pellegrino
(Avs), si sono visti dire sì all'introduzione, anche in Friuli
Venezia Giulia, del cosiddetto modello Bulding Information
Modeling, inteso come sistema informativo digitale per la
gestione delle informazioni lungo l'intera vita di una struttura
edilizia, dunque dalla progettazione allo smaltimento.
Furio Honsell (Open) si è visto respingere l'introduzione di
specifiche sul Codice nazionale inerenti una efficiente gestione
delle risorse pubbliche per assicurare una corretta esecuzione
delle opere, ma anche delle disposizioni per un rafforzamento dei
piani di sicurezza nei cantieri.
Massimiliano Pozzo (Pd) aveva presentato un emendamento, da lui
stesso definito simbolico e poi sottoscritto anche da altri
esponenti delle Opposizioni, "per sollevare una riflessione sulla
necessità di garantire un dibattito pubblico sulle grandi opere,
ovvero quelle di importo superiore ai 10 milioni di euro, per
evitare che riaccadano situazioni di protesta da parte dei
cittadini come nel caso dell'acciaieria che si voleva costruire
nella zona dell'Aussa Corno".
Putto, tra le varie richieste volte ad una maggiore conformità al
decreto 36/2023 e alle disposizioni nazionali in materia, vede
respinta l'introduzione di ulteriori tre categorie da inserire
nell'elenco di quelle che possono partecipare alle gare
d'appalto.
Molti anche gli emendamenti presentati da Francesco Martines (Pd)
e respinti, come quelli che, anche per il consigliere dem,
avrebbero portato ad una maggiore aderenza al Codice nazionale ma
parimenti dei nuovi requisiti per l'affidamento di lavori
pubblici di importo inferiore ai 150mila euro; una facilitazione
dell'accesso delle piccole e medie imprese (Pmi) ai lavori
pubblici; la previsione, per il contratto d'appalto, della
realizzazione di lavori in amministrazione diretta;
l'applicazione, per il capitolato generale d'appalto, del decreto
del ministro dei Lavori Pubblici 145/2000.
Pellegrino, con i consiglieri Honsell, Rosaria Capozzi (M5S),
Martines e Putto, avrebbe infine voluto una parificazione della
durata in carica delle Commissioni regionali competenti alla
determinazione dell'indennità definitiva per espropriazioni e
occupazioni temporanee e d'urgenza ai 5 anni di durata delle
legislature regionali, affinché non si crei la possibilità di un
organismo nominato dalla precedente Giunta regionale.
ACON/RCM-fc