SALUTE. III COM: PETIZIONE, IMPOSSIBILE RIAPRIRE PUNTO NASCITA S. VITO
(ACON) Trieste, 8 mag - Riaprire il punto nascita di San Vito
al Tagliamento non è al momento possibile per ragioni legate alla
sicurezza delle utenti, ma alla Giunta regionale viene chiesto di
intervenire con una riprogrammazione sostanziale dell'impianto
dell'offerta dei servizi sanitari del Fvg, oggi non coerente con
gli attuali bisogni di salute dei cittadini, a causa dei mancati
adeguamenti che si sono accumulati negli anni.
È questo in sintesi il contenuto della risoluzione proposta dal
presidente della III Commissione e approvata a
maggioranza oggi, con i voti favorevoli dei consiglieri di
Centrodestra e il no delle Opposizioni.
L'organismo consiliare si è riunito per esaminare la petizione
popolare che, con il supporto di 15mila firme, chiedeva il
ripristino dei servizi sanitari del punto nascita di San Vito al
Tagliamento, le cui attività sono state sospese lo scorso
novembre, la riduzione dei tempi delle liste di attesa
ambulatoriali e chirurgiche e un rafforzamento dell'organico a
garanzia dei bisogni dell'utenza.
Richieste che sono state avanzate nuovamente durante la seduta
odierna, a cui erano presenti in audizione i rappresentanti del
Comitato Salute di San Vito al Tagliamento, promotori della
petizione, che hanno manifestato le proprie perplessità e
preoccupazioni circa la repentina chiusura del punto nascita del
territorio.
La richiesta di riattivazione delle attività del punto nascita -
come è emerso durante i lavori della Commissione - è stata, però,
considerata impraticabile sia dalla Maggioranza che dalla
direzione generale del presidio ospedaliero di San Vito. La
chiusura, infatti - è stato spiegato - è stata una scelta medica,
atta a garantire la sicurezza delle partorienti e dei nascituri,
e maturata anche in seguito a un episodio di violenza ostetrica
che chiamava in causa il personale gettonista, al quale il
presidio sanitario ha dovuto ricorrere a causa della difficoltà
di assumere personale medico dipendente.
È stato sottolineato infatti che la maggior parte dei medici
preferisce lavorare in ospedali grandi e non in presidi piccoli,
come quelli di San Vito. Garantire sicurezza in sala parto con
liberi professionisti che non fanno parte della continuità
organizzativa del presidio ospedaliero - ha sottolineato ancora
la direzione sanitaria - si rivela dunque impossibile.
La direzione ha però rassicurato i presenti, ribadendo che il
nuovo presidio ospedaliero di Pordenone permetterà di assorbire
in modo adeguato le richieste dell'utenza del comparto
materno-infantile sanvitese e che i numeri delle prestazioni
sanitarie erogate dal P.O. di San Vito attualmente non sono
negativi, come invece paventato da più parti: da dicembre 2023 a
marzo 2024, infatti, il numero delle prestazioni erogate è
passato dal 20 al 30% in termini di visite e controllo
ginecologico. Tutti i giorni, inoltre, è attiva l'attività
ambulatoriale di ostetricia e ginecologia, con un medico di
guardia di pronto soccorso. È anche aumentato il numero delle
prestazioni erogate per prime visite all'interno dei consultori,
con una riduzione dei tempi di attesa generale. Numeri quindi - è
stato ancora evidenziato - piuttosto confortanti. La mancanza di
personale, tuttavia, resta la questione più pregnante e ad oggi,
comunque, è impossibile pensare a una riattivazione del punto
nascita.
Le richieste avanzate dai firmatari della petizione sono state
quindi accolte solo in parte. La Giunta, per voce dell'assessore
alla Salute, ha ribadito di voler mantenere la sospensione del
punto nascita a tutela della sicurezza delle partorienti e dei
nascituri, recependo quindi le richieste dei professionisti del
presidio.
Sono state, però, condivise parte delle criticità esposte in
relazione alle restanti richieste avanzate dai firmatari della
petizione, dando atto che per rimuovere le criticità in essere
relative ai lunghi tempi di attesa e alla mancanza di personale,
"si rende necessario - come è scritto nella risoluzione approvata
- modificare l'assetto dei servizi, garantendone la qualità
attraverso una riorganizzazione attenta all'esito e
all'appropriatezza, difficilmente raggiungibile senza una
revisione sostanziale del sistema, capace di rispondere alle
esigenze di una società profondamente mutata nella sua
struttura".
Visione del tutto diversa quella espressa dai consiglieri di
Opposizione, che alla fine della lunga seduta hanno presentato
una risoluzione con la quale si chiedeva di recepire e approvare
i contenuti della petizione popolare. Un testo che è stato
bocciato a maggioranza, nonostante il voto favorevole di tutto il
Centrosinistra.
ACON/SM-fa