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SALUTE. III COM: PETIZIONE, IMPOSSIBILE RIAPRIRE PUNTO NASCITA S. VITO

08.05.2024
18:31
(ACON) Trieste, 8 mag - Riaprire il punto nascita di San Vito al Tagliamento non è al momento possibile per ragioni legate alla sicurezza delle utenti, ma alla Giunta regionale viene chiesto di intervenire con una riprogrammazione sostanziale dell'impianto dell'offerta dei servizi sanitari del Fvg, oggi non coerente con gli attuali bisogni di salute dei cittadini, a causa dei mancati adeguamenti che si sono accumulati negli anni.

È questo in sintesi il contenuto della risoluzione proposta dal presidente della III Commissione e approvata a maggioranza oggi, con i voti favorevoli dei consiglieri di Centrodestra e il no delle Opposizioni. L'organismo consiliare si è riunito per esaminare la petizione popolare che, con il supporto di 15mila firme, chiedeva il ripristino dei servizi sanitari del punto nascita di San Vito al Tagliamento, le cui attività sono state sospese lo scorso novembre, la riduzione dei tempi delle liste di attesa ambulatoriali e chirurgiche e un rafforzamento dell'organico a garanzia dei bisogni dell'utenza.

Richieste che sono state avanzate nuovamente durante la seduta odierna, a cui erano presenti in audizione i rappresentanti del Comitato Salute di San Vito al Tagliamento, promotori della petizione, che hanno manifestato le proprie perplessità e preoccupazioni circa la repentina chiusura del punto nascita del territorio.

La richiesta di riattivazione delle attività del punto nascita - come è emerso durante i lavori della Commissione - è stata, però, considerata impraticabile sia dalla Maggioranza che dalla direzione generale del presidio ospedaliero di San Vito. La chiusura, infatti - è stato spiegato - è stata una scelta medica, atta a garantire la sicurezza delle partorienti e dei nascituri, e maturata anche in seguito a un episodio di violenza ostetrica che chiamava in causa il personale gettonista, al quale il presidio sanitario ha dovuto ricorrere a causa della difficoltà di assumere personale medico dipendente.

È stato sottolineato infatti che la maggior parte dei medici preferisce lavorare in ospedali grandi e non in presidi piccoli, come quelli di San Vito. Garantire sicurezza in sala parto con liberi professionisti che non fanno parte della continuità organizzativa del presidio ospedaliero - ha sottolineato ancora la direzione sanitaria - si rivela dunque impossibile. La direzione ha però rassicurato i presenti, ribadendo che il nuovo presidio ospedaliero di Pordenone permetterà di assorbire in modo adeguato le richieste dell'utenza del comparto materno-infantile sanvitese e che i numeri delle prestazioni sanitarie erogate dal P.O. di San Vito attualmente non sono negativi, come invece paventato da più parti: da dicembre 2023 a marzo 2024, infatti, il numero delle prestazioni erogate è passato dal 20 al 30% in termini di visite e controllo ginecologico. Tutti i giorni, inoltre, è attiva l'attività ambulatoriale di ostetricia e ginecologia, con un medico di guardia di pronto soccorso. È anche aumentato il numero delle prestazioni erogate per prime visite all'interno dei consultori, con una riduzione dei tempi di attesa generale. Numeri quindi - è stato ancora evidenziato - piuttosto confortanti. La mancanza di personale, tuttavia, resta la questione più pregnante e ad oggi, comunque, è impossibile pensare a una riattivazione del punto nascita.

Le richieste avanzate dai firmatari della petizione sono state quindi accolte solo in parte. La Giunta, per voce dell'assessore alla Salute, ha ribadito di voler mantenere la sospensione del punto nascita a tutela della sicurezza delle partorienti e dei nascituri, recependo quindi le richieste dei professionisti del presidio.

Sono state, però, condivise parte delle criticità esposte in relazione alle restanti richieste avanzate dai firmatari della petizione, dando atto che per rimuovere le criticità in essere relative ai lunghi tempi di attesa e alla mancanza di personale, "si rende necessario - come è scritto nella risoluzione approvata - modificare l'assetto dei servizi, garantendone la qualità attraverso una riorganizzazione attenta all'esito e all'appropriatezza, difficilmente raggiungibile senza una revisione sostanziale del sistema, capace di rispondere alle esigenze di una società profondamente mutata nella sua struttura". Visione del tutto diversa quella espressa dai consiglieri di Opposizione, che alla fine della lunga seduta hanno presentato una risoluzione con la quale si chiedeva di recepire e approvare i contenuti della petizione popolare. Un testo che è stato bocciato a maggioranza, nonostante il voto favorevole di tutto il Centrosinistra. ACON/SM-fa



  • I lavori della III Commissione consiliare
    I lavori della III Commissione consiliare