STATUTO. AULA APPROVA MOZIONE SU MODIFICHE DISCIPLINA REFERENDARIA
(ACON) Trieste, 14 mag - Il Consiglio regionale esprime parere
favorevole sulle proposte emendative approvate dalla Commissione
Affari costituzionali inerenti la proposta di legge
costituzionale 19 su "Modifiche alla legge costituzionale 31
gennaio 1963, n. 1, recante Statuto speciale della Regione Friuli
Venezia Giulia", approvata dall'Aula nella seduta del 31 gennaio
2023.
È quanto emerge dalla mozione 70 presentata dal Centrodestra che
l'Assemblea legislativa regionale ha accolto a maggioranza, dopo
un dibattito di circa un'ora durante il quale i favorevoli, a
cominciare dalla Giunta, hanno difeso la bontà del documento
affermando che è un primo passo politico verso la tutela del
principio di autonomia della Regione quando oggi c'è una
prevaricazione del Parlamento sulle sue decisioni. I contrari,
invece, hanno affermato la non urgenza di quanto imposto all'Aula
senza preavviso (la mozione 70 è stata depositata il 21 marzo
scorso, è stato fatto presente), svilendo la Conferenza dei
capigruppo nello stabilire i lavori della seduta.
Cuore della mozione sono le tre modifiche che la Commissione
Affari costituzionali sottoporrà al Parlamento per altrettanti
punti della proposta 19: il primo suggerisce di modificare
l'espressione edilizia popolare con edilizia residenziale
pubblica; il secondo affianca le funzioni di programmazione a
quelle amministrative per determinate materie di cui la Regione
ha potestà legislativa; il terzo rinvia a una legge regionale
l'iniziativa e il quorum richiesti per la validità del referendum
confermativo sulle leggi statutarie, senza mettere in discussione
l'istituto di partecipazione democratica - è stato spiegato - ma
con il presupposto che detti aspetti debbano essere rimessi al
legislatore regionale.
Sono tutte modifiche - è stato ribadito dalla Maggioranza - su
cui si è ritenuto che l'Aula dovesse esprimere parere favorevole,
poiché non incidono su quanto già oggetto di approvazione da
parte del Consiglio regionale ma lo integrano, adeguando lo
Statuto regionale alla realtà dell'attuale ordinamento
costituzionale (modifica del Titolo V e principio di
sussidiarietà) e al crescente fenomeno dell'astensionismo verso i
quesiti referendari.
E su questo aspetto, il più dibattuto in Aula, sempre i firmatari
della mozione hanno presentato anche un ordine del giorno ad essa
collegato, poi approvato, con cui si afferma che il Consiglio
regionale promuove un'iniziativa legislativa entro 6 mesi dalla
promulgazione delle modifiche dello Statuto di autonomia, volta a
disciplinare l'iniziativa e il quorum richiesti per la validità
del referendum. La consultazione popolare va indetta perché è
importante farlo, ma si deve evitare che una risicata minoranza
di elettori - è stata ancora la spiegazione di Giunta e
consiglieri di Centrodestra - possa inficiare la volontà espressa
a maggioranza assoluta dai componenti del Consiglio regionale.
Tra coloro che hanno detto no alla mozione c'è stato chi ha
parlato di inutilità dell'azione in quanto il Parlamento farà ciò
che vuole della norma statutaria votata dal Fvg, di norme
elettorali che dovrebbero essere scritte pensando di essere
quella minoranza che va tutelata, di atto poco trasparente e
dunque poco comprensibile, di quorum minimo al referendum
confermativo che compromette i presupposti stessi della
partecipazione alla pratica referendaria e svilisce il processo
democratico, di modifiche imposte a una legge regionale di
modifica senza che vi sia stato il necessario dibattito in Aula,
di azioni che rendono l'esercizio della democrazia ancora più
complicato.
ACON/RCM-fc