AMBIENTE. IN IV COMM AUDIZIONI SGHIAIAMENTO CELLINA E LAGO BARCIS - 1
(ACON) Trieste, 23 mag - Sghiaiamento sistematico del torrente
Cellina, a Barcis, e relativo studio di fattibilità: la IV
Commissione del Consiglio regionale, affiancata dalla Giunta, ha
ascoltato i pareri e appreso le novità dai sindaci dei Comuni di
Barcis e Montereale Valcellina, dal Comitato per la vita del
Friuli rurale e dal Comitato Valcellina, dal Consorzio di
bonifica Cellina Meduna assieme al responsabile della diga di
Ravedis, dal Consorzio per il Nucleo di industrializzazione della
provincia di Pordenone (Nip) e dal Circolo Legambiente Prealpi
Carniche.
La riunione è stata caldeggiata dai consiglieri delle
Opposizioni, in particolare della circoscrizione pordenonese,
area negli ultimi anni spesso alluvionata. Erano chiamati in
audizione - è stata la loro nota amara - anche i referenti del
Laboratorio Lago di Barcis, tavolo tecnico istituito dalla
Regione con legge nel 2022 e formato per lo più dai sindaci
locali, che però ancora una volta hanno declinato l'invito.
Ripercorrendo la storia del bacino lacustre e dei suoi annosi
problemi, è stato quindi fatto presente che la struttura che
trattiene le sue acque, terminata nel 1954, è una delle 541
grandi dighe di competenza statale, ma soprattutto che soffre del
problema dell'interrimento: ricevendo da 70 anni un apporto medio
annuo tra i 200mila e i 150mila metri cubi di materiale solido
dal Cellina - è stato fatto presente -, l'invaso ha un volume
dimezzato e un livello di ghiaia che nella parte alta del lago ha
raggiunto il piano di campagna.
Gli interventi, si è appreso ancora, sono stati numerosi nel
corso degli anni, inclusa la costruzione nel 2021 di un ponte
metallico in località Ponte Antoi e l'adeguamento del terrapieno,
ma sono serviti solo ad asportare la metà (circa 500mila mc di
inermi) dell'apporto solido del Cellina registrato tra il 2019 e
il 2023.
Anche i provvedimenti, tra regionali e statali, non sono mancati:
la Regione nel 2020 ha legiferato l'assegnazione delle
concessioni di grandi derivazioni d'acqua a uso idroelettrico (Lr
21/2020) e nel 2022 la costituzione del tavolo tecnico denominato
Laboratorio Lago di Barcis (Lr 13/2022), mentre con il decreto
ministeriale 205/2022 sono stati previsti, a decorrere dal 2023,
nuovi criteri per la redazione dei Progetti di gestione degli
invasi (Pgi) da parte dei concessionari, dando la possibilità di
ripristinare la capacità utile dell'invaso e contemplando un
Piano di gestione dei sedimenti (Pgs) da stabilirsi attraverso
intese tra Regione, gestore e gli altri soggetti interessati.
Non ultima, la richiesta resa nota dalla Giunta già il 22
novembre 2023 di un finanziamento statale per realizzare le
infrastrutture utili per lo sghiaiamento del lago di Barcis, da
far valere sul Piano nazionale di interventi infrastrutturali e
per la sicurezza del settore idrico (Pniissi), visto che lo
studio di fattibilità aveva stimato in oltre 80 milioni di euro
il loro costo. Per noi è una priorità - è stato sottolineato dal
referente regionale di ambiente ed energia - e seguiamo i lavori
del Laboratorio, che come Regione abbiamo fortemente voluto anche
per dare voce a tutti, soprattutto dopo i tragici eventi della
tempesta Vaia del 2018. I fondi messi a disposizione ammontano a
quasi 12 milioni per la manutenzione dei corsi d'acqua e
l'asporto di materiale litoide per oltre 500mila mc, oltre alla
costruzione di opere di viabilità sulla riva destra del lago, e
latri interventi sono in programma. Ora l'attenzione si deve
concentrare sui lavori del tavolo tecnico perché è fondamentale
che la soluzione proposta, qualunque essa sia, scaturisca da un
percorso partecipato e condiviso da tutti i Comuni della
Valcellina.
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ACON/RCM-fa