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AMBIENTE. IN IV COMM AUDIZIONI SGHIAIAMENTO CELLINA E LAGO BARCIS - 2

23.05.2024
15:31
(ACON) Trieste, 23 mag - Dal Comune di Barcis, tra i chiamati in audizione sul progetto per lo sghiaiamento del lago, sono giunte alcune richieste che per larga parte coincidono con quelle dei comitati presenti in IV Commissione: in adesione alla direttiva ministeriale del 2014 Grandi dighe, si predisponga anche per il lago di Barcis un Piano emergenza diga; si vigili sul rispetto degli adempimenti per il concessionario Edipower, a cui compete per decreto aggiornare il Progetto di gestione degli invasi (il Pgi attuale risale al 2008) e relativo Piano di gestione dei sedimenti (Pgs); si rendano le ghiaie dei bacini della Valcellina più attrattive, magari sospendendo le concessioni all'estrazione in pianura dato che mettono a disposizione inermi a costi più sostenibili (attualmente in Friuli Venezia Giulia sono autorizzate 22 cave di ghiaia, delle quali 11 nella sola provincia di Pordenone, con concessioni che scadranno tra il 2024 e il 2032); i Comuni dell'asta del Cellina siano coinvolti nella costituzione della società energetica regionale a capitale pubblico/privato.

L'amministrazione comunale di Montereale Valcellina ha poi rimarcato la consapevolezza che c'è la necessità di interventi di emergenza atti a portar via la ghiaia, con un passaggio di camion che prevede anche l'attraversamento dell'abitato, ma la soluzione non può limitarsi a un trasporto pesante su gomma. Si devono valutare altre soluzioni, inoltre vanno coinvolti anche altri portatori di interesse, ad esempio i possibili acquirenti del materiale ghiaioso. Il Comitato per la vita del Friuli rurale ritiene che attualmente si stia facendo il bene solo dei cavatori e punta in particolare sull'importanza di opere adatte a garantire la messa in sicurezza del lago, mentre la previsione di un commissario straordinario non sarebbe la soluzione giusta. Bisogna assicurare lo svaso del lago in caso di emergenza - è stato spiegato - e il modo c'è: realizzare un'altra diga a monte per frenare l'acqua inserendo dei pali trasparenti, poco impattanti visivamente, che hanno l'effetto di abbattere la forza dell'acqua e dunque di rallentare il deposito locale dei sedimenti. Invece si è optato per una soluzione non efficace costruendo una strada lungo un fianco del lago, di grande impatto, oltre a un ponte in ferro da utilizzare per portare via le ghiaie.

I referenti del Comitato Valcellina non vogliono che una scelta raffazzonata renda Barcis una cava perenne a cielo aperto: auspicano il rinnovo delle concessioni tramite gara, ma valutando costi/benefici delle opere. Chiedono, poi, di studiare come intercettare e stoccare la ghiaia a monte, non nei pressi del lago, e da lì portarla a valle attraverso la galleria che si trova a Vallata, oltre a prevedere da subito compensazioni al Comune di Barcis visto che la ghiaia escavata ha un costo, ottenendo in tal modo gli stessi diritti che hanno i Comuni delle cave autorizzate in pianura. Non da meno, anche loro esigono chiarezza sulla sicurezza dell'invaso e sulla capacità di scarico, nonché di poter concertare interventi di recupero, ripristino e manutenzione delle briglie di contenimento ghiaia a monte (ne sono state costruite 5 in passato e sono state lasciate crollare, hanno denunciato) per mitigare il loro ingresso nel serbatoio e avere così più acqua a disposizione.

Il Comitato Valcellina da anni punta ad ottenere un Pgi, l'unico che costringerebbe tutti i protagonisti a ragionare assieme. Infine si è parlato di circa 20 milioni di mc di ghiaia attualmente accumulata, destinata ad aumentare negli anni visti gli scarsi interventi; si è calcolato che servono 32 anni per stoccare 10 mln di mc, il che significa che la valle è condannata per i prossimi 100 anni. C'è la necessità di prendere una soluzione definitiva.

I numeri sentiti hanno, però, lasciato perplessi i referenti del Consorzio di bonifica Cellina Meduna e il responsabile della sicurezza delle opere e dell'esercizio dell'impianto della diga di Ravedis, il quale ha esposto una serie di dati molto ingegneristica e dettagliata sugli aspetti delle criticità lungo l'asta del Cellina e lo sghiaiamento del lago, con le previsioni delle possibili soluzioni sviscerate da un punto di vista tecnico e anche economico, partendo dalla centrale di Barcis e arrivando a quella di Cordenons, passando per le centrali di Ponte Giulio, S. Leonardo, S. Foca e Villa Rinaldi. È quindi stato spiegato come, considerate tutte le varianti, non ultime quelle meteorologiche, non sia facile pensare a un'unica modalità di sghiaiamento o di stoccaggio.

Il responsabile del Consorzio per il Nucleo di industrializzazione della provincia di Pordenone (Nip) ha invece commentato che, data la portata economica importante dei progetti, si dovrebbe valutare anche l'interconnessione del bacino di Barcis con l'acquedotto della Destra Tagliamento, oltre a cercare di valorizzare i materiali che escono dalla valle. A tal proposito, è stato reso noto che il Consorzio ha contattato l'Arabia Saudita (a cui già vende l'acqua Dolomia) in quanto Paese che ha bisogno, ma non possiede, inermi di qualità.

Ulteriori richieste sono poi state esposte anche dal Circolo Legambiente Prealpi Carniche, a detta del quale il Laboratorio si presenta come l'ennesima Commissione consultiva, oltre al fatto che la sua denominazione denota un approccio parziale alle problematiche mentre l'esigenza è di una riqualificazione dell'intera asta del fiume, dalle sorgenti alle risorgive. Non ultimo, la ghiaia del Cellina è di ottima qualità e viene venduta a circa 10 euro/mc, perciò non si deve sottovalutare l'aspetto economico della questione. Ecco che per Legambiente deve essere ripreso, con la variante alla viabilità del 2004, il progetto approvato dalla Conferenza dei servizi nel 2002 e appaltato con urgenza, chiarendo il percorso dei mezzi pesanti a Montereale Valcellina e progettando un intervento di sistemazione idraulica e di asporto continuato nel tempo di circa 150mila mc/anno di materiale. Di pari passo, la Regione deve dotarsi di un Prae in cui inserire i prelievi di materiale esuberante da tutti i fiumi del Fvg soggetti a sistemazione idraulica.

Per i consiglieri di opposizione le audizioni - che non sono concluse, ma saranno riproposte in una successiva seduta da calendarizzare in tempi brevi - hanno fatto emergere elementi preoccupanti e contraddittori, in quanto la Regione da un lato parla di decisioni ancora da prendere e che devono vedere coinvolti tutti gli interessati, dall'altro già ha stabilito una spesa da 113 milioni per una soluzione su strada. Dopo tanti anni di immobilismo, hanno aggiunto, è ora che la Giunta sproni il Laboratorio e gli dia una scadenza nella consegna dei progetti.

Alla domanda su come sia stato possibile chiedere fondi statali per un progetto che si dice ancora in itinere, è stato spiegato che il Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (Pniissi) prevede un aggiornamento annuale e due macro voci, per gli invasi e per i sistemi di acquedottistica, perciò quando ci saranno evoluzioni, il portale potrà essere debitamente adeguato.

2 - fine ACON/RCM-fa



  • La seduta della IV Commissione consiliare
    La seduta della IV Commissione consiliare
  • Le criticità rilevate dal Consorzio di bonifica
    Le criticità rilevate dal Consorzio di bonifica
  • Uno studio idraulico del torrente Cellina, presso Barcis
    Uno studio idraulico del torrente Cellina, presso Barcis