IDROELETTRICO. IN IV COMM LE PREOCCUPAZIONI DI COMUNI E COMITATI - 2
(ACON) Trieste, 28 mag - Intervenuto in IV Commissione, il
Comitato acque Valmeduna si è soffermato sulla natura
internazionale delle grandi società concessionarie idroelettriche
e sul fatto che Edison è prevalentemente dello Stato francese,
quindi si tratta di capitali stranieri che non hanno un ritorno
sul territorio friulano e, soprattutto, appartengono a soggetti
che hanno dei contenziosi con la Regione Fvg. Il comitato chiede
che nei prossimi bandi - che si augura siano fatti presto, dato
che le concessioni sono già quasi tutte scadute - sia inserita la
clausola che chi ha dei contenziosi con l'ente cedente non possa
partecipare alle gare di appalto.
Al pari dei Comuni, si è poi interrogato se nel piano rischi
della Protezione civile rientri anche un piano di messa in
sicurezza delle dighe. Inoltre, si è detto preoccupato per le
ricadute sull'occupazione, ridotta in val Meduna da 76 a 28 unità
quando, invece, la presenza umana è insostituibile nella
sorveglianza delle dighe attraverso lavoratori qualificati.
Infine ha chiesto chi tele-condurrà in futuro l'asta del Cellina
dato che, attualmente, è in concessione a Edison assieme all'asta
del Meduna, la cui gestione però è scaduta e andrà a gara.
Di disciplinari riduttivi e non aggiornati ha parlato il Comitato
Valcellina, a cui pare assurdo che la concessione idroelettrica
di Barcis, in scadenza nel 2029, sia assegnata a dei
concessionari senza che l'autorità pubblica competente a
concederla, la Regione, preveda di chiedere a ciascuno di essi
rendicontazioni quanto allo stato di beni e opere demaniali
affidati per derivare l'acqua a uso elettrico, sostenibilità
della gestione rispetto al contesto territoriale, interventi di
risanamento e di miglioramento ambientale e paesaggistico del
bacino idrografico, ma anche di compensazione per mitigare
l'impatto inevitabile che ha una diga, e infine gestione che
garantisca la sicurezza delle cose e delle persone.
Per la Comunità di montagna delle Prealpi friulane orientali, la
Lr 21/2020 è in grave ritardo di attuazione e questo non
tranquillizza, anche per quanto attiene i fondi da riscuotere. La
domanda principale da porsi è come la Regione, stabilito che
procederà al rinnovo delle concessioni, intenda comportarsi con i
concessionari con cui oggi ha un contenzioso aperto.
Se Legambiente Fvg ha quindi parlato di danni, beffe e
colonialismo subiti dalla montagna friulana, a ripercorrere
storia e risultati dello studio fatto fare dalla Regione per la
costruzione di un bypass sul lago di Cavazzo è stato il Comitato
Tutela acque del bacino montano del Tagliamento, a detta del
quale va assolutamente rispettato il Piano regionale tutela acque
e vanno trovate delle adeguate soluzioni che non badino agli
interessi né delle sole società concessionarie, né del locale
consorzio di bonifica. Andrebbero all'opposto tenuti in
considerazione, in un contesto complessivo, il mantenimento della
portata d'acqua del lago di Cavazzo, il controllo delle acque del
fiume Tagliamento e il loro versamento per garantire acqua alla
pianura, assicurandosi che le falde acquifere non siano in
sofferenza.
Diverse le perplessità sollevate alla fine delle audizioni dai
consiglieri dei Gruppi di opposizione, da chi ha lamentato
mancanza di incisività da parte della Regione Fvg verso le
società concessionarie, sino all'accusa di essere succubi di
logiche lobbistiche del Parlamento, mentre ci si dovrebbe
chiedere il perché di tanti ricorsi e si dovrebbe far valere di
più la propria autonomia, non accettando proroghe ma accelerando
il processo per nuove concessioni. Al contempo, però, per alcuni
bisognerebbe anche assicurarsi che non vi sia sperequazione tra i
Comuni montani, tra chi ha e non ha bacini idroelettrici nel
proprio territorio, e dunque far sì che la ripartizione delle
risorse sia solidale tra tutta la montagna. Se è vero che il Fvg
non è tappeto delle multinazionali, come affermato dalla Giunta,
allora si accolga la richiesta di una clausola che escluda dai
bandi di gara chi ha contenziosi con la Regione.
Ma proprio rispetto a quest'ultimo punto, l'Amministrazione
regionale ha spiegato che la partecipazione o meno di alcuni
soggetti non è una previsione discrezionale, ma viene stabilita
dal Codice nazionale degli appalti. Inoltre, a dimostrazione che
la Regione non è immobile, nel 2022, con la legge 18, è stata
creata la società per azioni Fvg Energia. E ancora: se i 180
giorni per i regolamenti della Lr 21/2020 non sono stati
rispettati è per le richieste avanzate nel frattempo da alcuni
consiglieri regionali e da territori che volevano essere inseriti
nella spartizione dei canoni; sull'ammontare di questi ultimi, vi
sono contenziosi aperti nelle Regioni Veneto, Lombardia e
Abruzzo, mentre il Fvg ha optato per delle proposte ai
concessionari al di là della via giudiziale, ora in attesa di
risposte. Inoltre è preminente contrattare i valori dei beni
bagnati e dei beni asciutti, perché il valore stabilito dai
concessionari non è quello della Regione.
2 - segue
ACON/RCM-fa