SALUTE. III COMMISSIONE A GO: CASA DONNA E INFANZIA ECCELLENZA DEL FVG
(ACON) Gorizia, 30 mag - Bebè tra le braccia delle loro mamme
mentre li allattano, ma anche nell'acqua riscaldata di una
piscina ideata tutta per loro: sono gli ospiti della Casa della
salute della donna, dell'infanzia e dell'adolescenza di Gorizia,
ben inserita tra le palazzine del parco Basaglia e a cui i
consiglieri regionali della III Commissione hanno fatto visita,
accompagnati dall'assessore regionale competente che aveva
suggerito l'incontro, nonché dal responsabile dell'Azienda
sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi) e da quelli del
dipartimento materno-infantile e della struttura complessa Salute
della donna dell'Isontino.
È stato proprio il direttore generale di Asugi a spiegare cosa
rappresenti la Casa goriziana, ovvero un modello organizzativo di
continuità assistenziale per bambini e genitori, secondo uno
schema pensato per tutto il nucleo familiare, oggi copiato da
altre Regioni. Questo è un contenitore - è stato detto prima di
illustrane storia e obiettivi - ma non è una scatola vuota; qui
ci sono professionisti che mettono cuore, passione e gambe. Il
settore materno-infantile presenta problemi diversi da 50 anni
fa, oggi si lavora per gruppi disciplinari perché una donna ha
bisogno di essere assistita da più figure professionali che, per
questo motivo, qui sono state collegate in rete.
Si è passato, quindi, dal modello tradizionale di ostetricia e
ginecologia in ospedale alla creazione di un percorso integrato
con il territorio, che vede una piattaforma ostetrica di 38
specialiste e che va dalla visita pre-concezionale, anche a
domicilio, fino ai 2 anni di vita del nascituro, passando per gli
screening oncologici, il consultorio, l'approccio psicologico, i
consigli alle future e alle neo mamme e sempre prendendosi cura
della donna a 360 gradi, senza dimenticare attenzione a quella
fase delicata che registra anche in menopausa e post menopausa. È
un percorso nascita - è stato evidenziato - che può dare risposte
dai 100mila ai 140mila abitanti.
E proprio la parte consultoriale è stata la più attenzionata dai
presenti, dai consiglieri ma anche dai tecnici che l'hanno
definita come un valore aggiunto, uno spazio sperimentale vissuto
in un'ottica sempre di superamento della settorialità delle
risposte da dare al sistema famiglia, comunque sia costituito.
La storia della struttura parla di fondi trovati nel progetto
Salute-Zdravsto del Programma Interreg Italia-Slovenia 2013-2020,
per lavori di creazione della palazzina pari a 2,42 milioni di
euro e un importo complessivo del quadro economico di poco più di
3 milioni. Si tratta di una palazzina a due piani, dove trovano
posto un'area accoglienza/ristoro e incontro, 4 studi medici e
quello delle ostetriche, l'area allattamento, una sala
palestra/conferenze, il percorso benessere, una piscina e gli
spogliatoi.
In chiusura di visita, dal referente della Giunta regionale sono
state spese parole sui punti nascita e sui consultori, pensando
in particolare alle chiusure recenti registrate a Trieste e San
Vito al Tagliamento, strutture definite ormai superate nella loro
organizzazione, e sono state date risposte rassicuranti a chi si
è detto preoccupato di una possibile sanitarizzazione del settore
sociale. Quella della Casa della salute - è stato aggiunto - è
una storia simbolicamente importante ed è una piattaforma
organizzativa a cui guardare non solo per il materno-infantile,
ma nella sua trasversalità per tutte le discipline, ad esempio
anche quella oncologica.
ACON/RCM-fc