MULTIUTILITY. PUTTO (PATTO-CIVICA): NO A MODALITÀ AGGREGAZIONE GESTORI
(ACON) Trieste, 18 giu - Condivisione in termini di principio,
ma non convincono le modalità attraverso le quali si incentiva il
percorso di aggregazione dei gestori e i destini dei due servizi
fondamentali (acqua e rifiuti), che appaiono indefiniti. Si può
riassumere così l'opinione di Marco Putto (Patto per
l'Autonomia-Civica Fvg), relatore per la minoranza del disegno di
legge 19 all'esame dell'Aula, sul quale il giudizio del suo
Gruppo è in sospeso: anche in questo caso dipenderà dall'esito
del dibattito in Aula e dal recepimento di alcune istanze su
specifici aspetti.
L'obiettivo del provvedimento, ha spiegato Putto, è "incentivare
l'aggregazione delle gestioni del servizio idrico integrato e del
servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani in Friuli
Venezia Giulia a circa 8 anni dall'entrata in vigore della legge
regionale 5/2016, che aveva ridisegnato l'organizzazione
territoriale dei due succitati servizi attraverso
l'individuazione di un unico Ambito territoriale ottimale e di un
unico ente di governo deputato a programmazione, organizzazione e
controllo della loro gestione".
Putto si unisce a chi nega si possa parlare di aiuti di Stato
quando si tratta di Comuni. Inoltre, per lui "sostenere l'aumento
di capitale di enti che detengono partecipazioni nelle società in
house affidatarie dei servizi subordinandolo alle sole fusioni
per incorporazione, e non ad aggregazioni o fusioni in senso
lato, è troppo dirigista ed è un modo di entrare a gamba tesa
nelle dinamiche economiche e nei rapporti tra gestori". Dalle
audizioni in IV Commissione "è emerso con chiarezza che la
politica regionale ha già scelto chi deve essere incorporato da
chi, anche a discapito di percorsi aggregativi già in atto".
Parlando di risorse idriche, per il civico l'aggregazione ideale
tra gestori presuppone funzionalità, efficienza ed economia di
gestione, "che trovano riverbero anche nel contenimento dei costi
nei confronti del cittadino". L'auspicio è "l'incentivazione
dell'aggregazione di soggetti contigui che gestiscono la risorsa
comune acqua dalle sorgenti fino allo sbocco in mare, secondo la
logica del buon funzionamento delle infrastrutture
acquedottistiche, fognarie e depurative su scala di bacino". E
c'è l'aspetto dell'interregionalità: "Nella nostra regione,
esiste anche una gestione del sistema idrico che insiste su
bacini imbriferi ricompresi tra il Friuli Venezia Giulia e il
Veneto".
"Sempre in riferimento a questa forzatura di percorso, abbiamo
evidenza del fatto che i Comuni, unici 'proprietari' della
gestione della risorsa pubblica acqua (che è e deve restare al
100% pubblica), non siano stati coinvolti nella formulazione di
questo ddl, che pare quindi l'ennesima norma calata dall'alto e
non basata sulle reali esigenze manifestate dai territori", ha
detto Putto, chiedendo da ultimo quali saranno le reali
caratteristiche di quello che dovrà essere il gestore unico
regionale al termine delle incorporazioni: "Sarà una multiutility
e gestirà contemporaneamente acqua e rifiuti o sarà salvaguardata
la separazione delle due gestioni? Riteniamo che la gestione dei
due servizi debba rimanere distinta e dovrà essere garantito il
carattere esclusivamente pubblico delle partecipazioni
societarie, ma il testo tace sull'argomento".
ACON/RCM-fa