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MULTIUTILITY. PUTTO (PATTO-CIVICA): NO A MODALITÀ AGGREGAZIONE GESTORI

18.06.2024
13:46
(ACON) Trieste, 18 giu - Condivisione in termini di principio, ma non convincono le modalità attraverso le quali si incentiva il percorso di aggregazione dei gestori e i destini dei due servizi fondamentali (acqua e rifiuti), che appaiono indefiniti. Si può riassumere così l'opinione di Marco Putto (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg), relatore per la minoranza del disegno di legge 19 all'esame dell'Aula, sul quale il giudizio del suo Gruppo è in sospeso: anche in questo caso dipenderà dall'esito del dibattito in Aula e dal recepimento di alcune istanze su specifici aspetti.

L'obiettivo del provvedimento, ha spiegato Putto, è "incentivare l'aggregazione delle gestioni del servizio idrico integrato e del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani in Friuli Venezia Giulia a circa 8 anni dall'entrata in vigore della legge regionale 5/2016, che aveva ridisegnato l'organizzazione territoriale dei due succitati servizi attraverso l'individuazione di un unico Ambito territoriale ottimale e di un unico ente di governo deputato a programmazione, organizzazione e controllo della loro gestione".

Putto si unisce a chi nega si possa parlare di aiuti di Stato quando si tratta di Comuni. Inoltre, per lui "sostenere l'aumento di capitale di enti che detengono partecipazioni nelle società in house affidatarie dei servizi subordinandolo alle sole fusioni per incorporazione, e non ad aggregazioni o fusioni in senso lato, è troppo dirigista ed è un modo di entrare a gamba tesa nelle dinamiche economiche e nei rapporti tra gestori". Dalle audizioni in IV Commissione "è emerso con chiarezza che la politica regionale ha già scelto chi deve essere incorporato da chi, anche a discapito di percorsi aggregativi già in atto".

Parlando di risorse idriche, per il civico l'aggregazione ideale tra gestori presuppone funzionalità, efficienza ed economia di gestione, "che trovano riverbero anche nel contenimento dei costi nei confronti del cittadino". L'auspicio è "l'incentivazione dell'aggregazione di soggetti contigui che gestiscono la risorsa comune acqua dalle sorgenti fino allo sbocco in mare, secondo la logica del buon funzionamento delle infrastrutture acquedottistiche, fognarie e depurative su scala di bacino". E c'è l'aspetto dell'interregionalità: "Nella nostra regione, esiste anche una gestione del sistema idrico che insiste su bacini imbriferi ricompresi tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto".

"Sempre in riferimento a questa forzatura di percorso, abbiamo evidenza del fatto che i Comuni, unici 'proprietari' della gestione della risorsa pubblica acqua (che è e deve restare al 100% pubblica), non siano stati coinvolti nella formulazione di questo ddl, che pare quindi l'ennesima norma calata dall'alto e non basata sulle reali esigenze manifestate dai territori", ha detto Putto, chiedendo da ultimo quali saranno le reali caratteristiche di quello che dovrà essere il gestore unico regionale al termine delle incorporazioni: "Sarà una multiutility e gestirà contemporaneamente acqua e rifiuti o sarà salvaguardata la separazione delle due gestioni? Riteniamo che la gestione dei due servizi debba rimanere distinta e dovrà essere garantito il carattere esclusivamente pubblico delle partecipazioni societarie, ma il testo tace sull'argomento". ACON/RCM-fa



  • Marco Putto (Patto-Civica Fvg)
    Marco Putto (Patto-Civica Fvg)