News


MULTIUTILITY. PELLEGRINO (AVS): CON DDL 19 NO GARANZIE ACQUA PUBBLICA

18.06.2024
18:18
(ACON) Trieste, 18 giu - "Il ddl 19 non garantisce - e di conseguenza in Consiglio il mio voto al provvedimento è stato contrario - che il gestore unico del servizio idrico integrato resti, nel futuro, sempre pubblico ed estraneo alle logiche del profitto nella gestione dell'acqua, protetto dai meccanismi di spartizione tra grandi società e multinazionali".

Lo afferma in una nota la consigliera regionale di Alleanza Verdi e Sinistra, Serena Pellegrino, a margine della discussione in Aul sul ddl 19 relativo alla gestione dei servizi idrici e dei rifiuti urbani.

"Non vediamo vincoli - spiega Pellegrino - per far sì che questo fondamentale bene comune sia mantenuto saldamente in mano pubblica e rimanga al centro della nostra partecipazione democratica, cura e controllo. Inoltre, la concessione di contributi a sostegno delle fusioni tra enti gestori andava circoscritta alle sole società in house che gestiscono il servizio idrico integrato, tenendo ben separata l'incentivazione delle fusioni nel settore della gestione dei rifiuti urbani".

"La volontà popolare - ribadisce l'esponente di Centrosinistra -, espressa con il referendum del 2011 sull'acqua pubblica, continua a non essere pienamente realizzata: l'acqua, e non solo quella potabile, rischia continuamente le insidie del mercato, nonostante i cittadini ne siano gli esclusivi proprietari e, nonostante sia stato escluso che alcuno possa avere una garanzia di profitto investendo sul servizio idrico. Anzi, l'acqua è quel bene comune che, forse più di altri, mantiene vivo il sentimento collettivo della proprietà pubblica, quale eccezionale e benefico collante delle comunità e attivatore delle dinamiche di partecipazione alla vita sociale e politica".

"Sussistono buone ragioni per le fusioni per incorporazione tra gestori in house del servizio idrico integrato - precisa la consigliera di Opposizione -, ma servono paletti ben determinati, che non si è voluto apporre. Ad esempio, andava previsto che le fusioni delle società in house conservassero l'unità del bacino idrografico e realizzassero accorpamenti tra bacini contigui, in coerenza con la localizzazione delle risorse idriche e le specifiche esigenze dei territori, in nome di una corretta logica di progettazione territoriale e con lo scopo di armonizzare, tanto le prerogative proprietarie del bene acqua, quanto i bisogni diversificati e specifici dei territori".

Descrivendo altri esempi di correttivi, la consigliera di Avs afferma che "la concessione degli incentivi ai Comuni, per l'aumento delle quote di capitale precedente la fusione, doveva essere subordinata espressamente al riscontro dei contenuti e dei miglioramenti, previsti e da realizzarsi grazie alla fusione, relativi a sostenibilità ambientale, sociale, economica e tariffaria, riaffermando così le architravi su cui si regge il principio dell'acqua bene comune".

"Non è mai eccessivo - conclude Pellegrino - rendere circostanziata ed esplicita, come richiesto da Cgil in audizione e ripreso in un mio emendamento omologo a quello della Maggioranza, la tutela dei lavoratori delle società impegnate nel progetto di fusione. Bene che sia stato inserito nella norme che, anche ai fini della concessione dei contributi, con specifica clausola sociale, sia assicurato il riconoscimento dei diritti e delle esistenti condizioni retributive e contrattuali ai sensi dell'articolo 2112 del Codice civile". ACON/COM/sm



  • Serena Pellegrino (Avs)
    Serena Pellegrino (Avs)