MULTIUTILITY. OK AULA A DDL 19 SU AGGREGAZIONI. PD E PATTO ASTENUTI
Norma approvata a maggioranza. Voto contrario di Avs, M5S e Open
(ACON) Trieste, 18 giu - L'obiettivo è andare nella direzione
di un gestore unico regionale del servizio idrico, in linea con
le previsioni della legge 5 del 2016, e su questo sono d'accordo
tutti. Ma la condivisione di principio non è bastata per arrivare
a un voto unanime sul disegno di legge 19, approvato - dopo tre
ore di discussione in Consiglio regionale moderate dal presidente
Mauro Bordin - con i voti favorevoli dei quattro gruppi di
Maggioranza (Lega, FdI, Fedriga presidente, Forza Italia),
l'astensione di Pd e Patto per l'Autonomia-Civica Fvg e il voto
contrario del gruppo Misto.
Variegate le motivazioni del "no" espresso dai consiglieri del
Misto. Se Serena Pellegrino (Avs) era infatti partita dal voto di
astensione in Commissione ma nel voto finale ha scelto di
bocciare il ddl "perché da parte dell'assessore è mancata la
necessaria chiarezza sulla destinazione dei fondi e sulla stessa
entità degli incentivi", Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), che
già nella discussione generale aveva parlato di "una cattiva
legge, priva di strategia", ha ribadito il suo no dopo essersi
visto bocciare 11 emendamenti e 1 ordine del giorno. Decisamente
contraria anche Rosaria Capozzi (M5S), convinta che la
disomogeneità dei territori del Fvg consigli di non andare nella
direzione di un gestore unico regionale per acqua e rifiuti.
Più sfumata come si diceva la posizione del Pd. Francesco
Martines ha spiegato il voto di astensione con la bocciatura
dell'emendamento che chiedeva di allargare gli incentivi previsti
anche a formule diverse dalla "fusione per incorporazione",
esplicitamente indicata nel ddl e ritenuta dai dem un limite.
Martines ha invece difeso con forza l'obiettivo di "arrivare a un
gestore unico regionale entro 3-4 anni, per fare fronte ai
colossi che potrebbero acquistare le società pubbliche. "C'è,
inevitabilmente - ha aggiunto il consigliere del Pd - un mercato
al quale dobbiamo guardare, e non possiamo pensare a realtà che
stiano solo dentro i territori provinciali perché ormai le
società di gestione si muovono al di là di quegli ambiti".
Un punto, quello delle aggregazioni a livello provinciale, che un
altro consigliere del Pd, Andrea Carli, ritiene invece
fondamentale nella prima fase di applicazione della legge, al
punto da presentare un emendamento che prevedeva di concedere
fondi solo a quel tipo di operazioni fino al 31 dicembre 2027. La
sua proposta, sulla quale il capogruppo dem Diego Moretti ha
lasciato libertà di voto, è stata poi bocciata a maggioranza
dall'Aula.
Quanto al gruppo Patto-Civica, il capogruppo Massimo Moretuzzo,
in linea con il relatore di minoranza Marco Putto, ha ribadito il
suo sì alle aggregazioni "sia per l'acqua sia per i rifiuti,
anche se questi due ambiti non devono necessariamente
sovrapporsi" ma ha anche espresso il dubbio "sul fatto che questo
processo debba realizzarsi solo con lo strumento
dell'incorporazione". Una posizione ribadita a più riprese da
Putto.
A questi dubbi di Pd e Patto ha risposto in aula l'assessore alla
Difesa dell'Ambiente, Fabio Scoccimarro. "Perché parliamo solo di
incorporazione? Perché è l'unica forma che garantisce la
concessione, e dunque non si può fare altro", ha detto il
rappresentante della Giunta Fedriga. Che ha tenuto a precisare
come questa norma "non andrà a privatizzare l'acqua. Il nostro
incentivo alle aggregazioni, lo voglio ripetere, è rivolto solo
alle società pubbliche. E non obblighiamo nessuno ad aggregarsi,
in quanto saranno le società stesse a scegliere".
Argomenti ribaditi in discussione generale e durante l'esame
degli emendamenti dai rappresentanti della Maggioranza. Markus
Maurmair (FdI) ha ricordato come "questo ddl consentirà ai Comuni
di inserirsi nei percorsi aggregativi, destinando loro risorse
importanti", bollando come "dietrologie polemiche" le
osservazioni relative a un percorso di finanziamento già
delineato a favore di soggetti precisi, avanzate in particolare
da Nicola Conficoni (Pd). Sulla stessa linea Mauro Di Bert,
capogruppo di Fedriga presidente, che ha ricordato come "il
percorso di questo ddl parta da lontano", e Igor Treleani (FdI),
convinto che "senza aggregazioni gli investimenti diventano
impossibili, e dunque si rischia di non fornire servizi
all'altezza".
Antonio Calligaris, capogruppo della Lega, ha ricordato come "il
Centrodestra sia stato il primo a favorire le aggregazioni,
mettendoci le risorse". Lo stesso Calligaris è il primo
firmatario di un emendamento siglato anche dai colleghi Di Bert,
Andrea Cabibbo (FI), Michele Lobianco (FI, relatore di
maggioranza) e Treleani, che prevede la stabilità occupazionale
nelle società incorporate, con il rispetto dei contratti di
settore e l'applicazione delle clausole sociali in materia di
contratti pubblici anche negli appalti. Sullo stesso tema - la
salvaguardia dei livelli occupazionali - aveva presentato un
emendamento anche Honsell, testo che il consigliere ha ritirato
"in modo costruttivo" chiedendo poi di aggiungere la sua firma al
documento della Maggioranza.
Approvato infine un solo emendamento presentato dalle
Opposizioni, quello del dem Moretti che chiedeva un passaggio in
IV Commissione per valutare la prima versione del regolamento
attuativo del ddl 19, considerato da molti consiglieri un
passaggio strategico.
ACON/FA-fc