SALUTE. AULA: NO MOZIONE CSX SU DIRITTO DI GARANZIA SU LISTE D'ATTESA
(ACON) Trieste, 19 giu - Promuovere l'esercizio del diritto di
garanzia sulle liste di attesa per le prestazioni sanitarie: un
titolo apparentemente semplice come la richiesta che avanza, per
la mozione bocciata dal Centrodestra e che vede primo firmatario
Nicola Conficoni, a cui seguono i nomi di tutti i colleghi del
Pd, al pari degli altri consiglieri dei Gruppi di opposizione.
Nelle premesse si ricorda che "nel caso in cui la prestazione di
primo accesso (con classe di priorità B, D o P) non sia
assicurata nei tempi massimi previsti, le Aziende sanitarie
provvedono ad autorizzarne l'esecuzione in libera professione
rimborsando all'utente la spesa sostenuta ad eccezione del costo
del ticket", ma "come attestano anche i pochissimi rimborsi
sinora erogati, molti cittadini non sono a conoscenza di questa
opportunità".
Ecco che l'impegno richiesto alla Giunta regionale, nella sua
totalità prevede di semplificare e uniformare le procedure delle
Aziende sanitarie; facilitare l'accesso ai percorsi di tutela,
anche aumentando il numero degli sportelli; pubblicizzare di più
il diritto di garanzia.
"L'Azienda regionale di Coordinamento per la Salute (Arcs) - è
stata la risposta dell'assessore Riccardo Riccardi - ha già fatto
un lavoro che determina la condizione dell'esercizio di garanzia
seguendo le disposizioni delle linee guida ed entro la fine di
giugno ci sarà l'adozione dei regolamenti da parte delle Aziende
sanitarie".
"Il diritto di garanzia - così ancora Riccardi - viene richiesto,
secondo il modello che è in corso di completamento, da parte del
Cup, il quale, in ordine alla scala di priorità, avrà da 4 a 40
giorni di tempo per rispondere. Posto che i Cup verificheranno
prima di tutto la possibilità di dare una risposta presso una
struttura vicina, va detto che un'Azienda sanitaria può offrire
prestazioni in qualsiasi struttura, a prescindere dalla residenza
del paziente. La non accettazione dell'offerta comporterà la
fuoriuscita dal percorso di garanzia. Per questo primo livello,
le Aziende potranno anche attingere dalla libera professione. Nel
caso in cui le Aziende non riescano a rispondere entro i termini
imposti, potrà autorizzare il cittadino, con specifica e
circostanziata richiesta, a rivolgersi ad altre strutture,
accreditate o no. I costi per il cittadino saranno solo quelli
dell'eventuale ticket.
Precedentemente, Carlo Bolzonello (Fp) aveva provato una
mediazione riscrivendo alcune delle premesse e riformulando gli
impegni perché, aveva spiegato, "le liste di attesa sono un ovvio
problema, ma dobbiamo fare un'operazione di verità. Questo,
invece, sembra più un testo provocatorio, che non tiene conto dei
mezzi in nostro possesso". Ma era stato tutto inutile.
Conficoni in permessa aveva fatto una riflessione preoccupata:
"Le statistiche, in Friuli Venezia Giulia vedono una percentuale
al 10% di chi rinuncia a curarsi. Nel 2009, si è fatta una legge
che prevede percorsi di tutela che vanno dalla
ricalendarizzazione delle prestazioni all'autorizzazione a
rivolgersi al privato. Cinque anni fa, con delibera, l'assessore
Riccardo Riccardi si è vantato di aver approvato il regolamento
attuativo della legge e sui giornali ha parlato di 'inaugurazione
di una nuova stagione', ma così non è stato e ha dovuto ammettere
il flop dell'iniziativa".
"Bisogna rivedere i percorsi di accesso e di garanzia, perché
difficili e spesso sconosciuti, ecco la ragione di riportare in
Aula la questione", aveva aggiunto facendo presenti le passate
richieste di snellimento delle procedure della collega Manuela
Celotti, cadute nel vuoto. Cosa poi ripresa dalla stessa Celotti,
che aveva aggiunto: "Il diritto di garanzia non viene applicato
non solo per complessità, ma perché, per ammissione di alcune
Aziende, le procedure non ci sono proprio. Eppure non è così
difficile prevedere un fondo per rimborsare i cittadini delle
prestazioni avute dal privato perché il pubblico non ce la fa; è
una questione da prevedere in Assestamento di bilancio".
Serena Pellegrino (Avs), da sempre preoccupata per una
privatizzazione della sanità, aveva avanzato delle soluzioni a
quanto intrapreso dalla Regione, che vanno da un confronto
serrato con il Governo al non ricorrere agli straordinari per
adeguare gli stipendi degli operatori sanitari italiani alla
media europea. E Furio Honsell (Open) aveva parlato di "percorso
semplice che viene richiesto dalla mozione, che certamente avrà
un onere ma la norma disposta deve essere esigibile, altrimenti è
un inganno".
ACON/RCM