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SALUTE. PELLEGRINO (AVS): CAREGIVER, SERVIZIO PUBBLICO SIA CAPOSALDO

16.09.2024
16:58
(ACON) Trieste, 16 set - "Convenzionalmente esistono due tipologie di caregiver: quello informale, ovvero quelle persone che nella maggior parte dei casi sono rappresentate da un familiare, di solito il coniuge, un figlio o una persona vicina al bisognoso, che prevalentemente è di genere femminile, e quello formale, ovvero quello strutturato, come possono essere gli operatori del servizio pubblico oppure degli enti del Terzo settore".

Così in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino, di Alleanza Verdi e Sinistra, a margine della riunione di III Commissione svoltasi in mattinata sugli interventi per la valorizzazione del caregiver familiare.

"Ho votato a favore delle delibere di Giunta perché è necessario sostenere e aiutare, seppur solo finanziariamente, i familiari delle persone fragili. Ho però aggiunto ed evidenziato che il sociale e l'assistenza al malato, o alla persona con disabilità, caratterizzano un momento storico di estrema criticità. Già oggi - incalza la consigliera, che è vicepresidente del Gruppo Misto - siamo in una situazione di deficit e di sofferenza, ma quando coloro che sono nati nel decennio del 'baby boom' transiteranno dal mondo del lavoro al mondo dei bisogni i problemi si moltiplicheranno".

"Non possiamo permetterci errori nella programmazione politica della gestione e della cura di una enorme fetta di popolazione che sta invecchiando, soprattutto tenendo conto che coloro che dovranno provvedere ai bisogni di questi ultimi sono una porzione molto risicata di popolazione", aggiunge l'esponente di Avs. "La politica dell'attuale maggioranza regionale è quella, ormai palese e visibile ai più, di ridurre i servizi erogati dal pubblico con un continuo e costante smantellamento, sostituendolo e rimpiazzandolo da un lato con le famiglie e dall'altro da un servizio offerto dagli enti del Terzo settore. Tutto questo mi preoccupa alquanto - continua la consigliera - sia per la portata, sia perché questi ultimi spesso poggiano sul volontariato o su una tipologia di lavoro poco remunerato e quasi per nulla sindacalizzato, ma soprattutto perché un ente privato, anche se animato da grandi valori sociali, potrebbe decidere di non erogare più il servizio, perché non ha obblighi sine die, e la ricaduta negativa sarebbe devastante".

"Ad ogni buon conto temo che questa lenta e continua migrazione del servizio dal pubblico ai soggetti privati non sarà sufficiente a sopperire alla domanda e alla richiesta di bisogno che la popolazione sta richiedendo e che a breve richiederà in maniera massiccia".

Conclude Pellegrino: "Ciò che viene definito budget di salute rischia di essere per lo più quantitativo, essendo l'unico parametro oggettivo in quanto quello qualitativo è difficilmente catalogabile: il rischio è che una volta fornito brevi manu il denaro, il servizio territoriale venga a mancare con la conseguente e inevitabile ricaduta di tutto questo sulle figure femminili familiari. Anche il parametro dell'Isee troppe volte non è sufficiente: bisogna al più presto metterci mano per modificarlo, perché, lo ricordiamo, queste leggi non sono dei moloch intoccabili e possono essere riviste e armonizzate con le esigenze dei più fragili". ACON/COM/fa



  • Serena Pellegrino (Avs)
    Serena Pellegrino (Avs)