LINGUAGGIO DI GENERE. CELOTTI (PD): DESTRA LONTANA DA PARI OPPORTUNITÀ
(ACON) Trieste, 20 set - "Nonostante quanto accaduto a livello
nazionale, dove la Lega si è rimangiata una proposta di legge
indecente, in Friuli Venezia Giulia si persevera in maniera
ottusa a calpestare il riconoscimento delle pari opportunità
attraverso il linguaggio di genere". Lo afferma in una nota
Manuela Celotti (Pd), all'indomani del dibattito in Aula durante
il quale l'esponente regionale dem ha contestato al
vicepresidente Stefano Mazzolini l'utilizzo del maschile
rivolgendosi alle consigliere.
"È assolutamente irrispettoso, dal momento in cui una consigliera
chiede di essere chiamata al femminile, che si perseveri
nell'utilizzare i termini al maschile. E se a livello nazionale
ci sono stati passi indietro sulla vergognosa proposta di legge
leghista che vietava espressioni femminili come sindaca,
questora, avvocatessa e rettrice negli atti pubblici, cosa
stigmatizzata anche dal presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, in Fvg ci sono ancora esponenti della Destra che
proprio non ce la fanno a fare un passo avanti culturale",
attacca la Celotti annunciando una missiva ufficiale al
presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin, e alla
presidente della Commissione regionale pari opportunità, Dusolina
Marcolin, "perché è stato un uso inaccettabile da parte di
Mazzolini del ruolo di presidente dell'Aula, con commenti fuori
luogo e un uso arbitrario e censurabile del potere di gestione
della seduta".
"Dispiace ancora di più - non nasconde l'esponende del Pd -
perché questo atteggiamento di un singolo cozza con un
atteggiamento generale, anche del Centrosinistra, che, va detto,
nei fatti se non nelle posizioni politiche è solitamente più
rispettoso del linguaggio di genere".
"Una 'a' al posto di una 'o' non può essere considerato un
esercizio di stile o un'inutile perdita di tempo a dispetto di
'cose più importanti', come qualcuno ha insinuato anche fuori
dall'Aula. Si tratta della punta di un iceberg - conclude la
Celotti - inerente un necessario cambiamento culturale che in
passato ha riguardato il riconoscimento di diritti a favore delle
donne e che, oggi, riguarda altri importati risultati che ancora
il nostro Paese non ha raggiunto".
ACON/COM/rcm