CASA. BULLIAN-MORETUZZO (PAT-CIV): 2 ANNI RESIDENZA PER SOVVENZIONATA
(ACON) Trieste, 27 set - "È irragionevole negare l'accesso
all'edilizia residenziale pubblica a chi, italiano o straniero,
al momento della richiesta non sia residente nel territorio della
Regione da almeno cinque anni. Il requisito della prolungata
residenza impedisce di soddisfare il diritto inviolabile
all'abitazione, funzionale a che la vita di ogni persona rifletta
ogni giorno e sotto ogni aspetto l'immagine universale della
dignità umana".
"È quanto aveva stabilito la Corte costituzionale - fanno
presente in una nota i consiglieri regionali Enrico Bullian e
Massimo Moretuzzo del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg - con la
sentenza n. 67 depositata il 22 aprile 2024, che aveva ritenuto
contrastante con i principi di eguaglianza e di ragionevolezza,
previsti dall'art. 3 della Costituzione, la parte che lo
prevedeva dell'art. 25 della legge regionale del Veneto 39/2017".
"Non lo dicevamo noi, che pure lo condividiamo - evidenziano
ancora i due esponenti di Opposizione -, ma lo sentenzia la
Suprema corte e nemmeno per la prima volta: analoghe recenti
sentenze c'erano state, ad esempio, nei confronti della Regione
Lombardia (44/2020) e della Regione Marche (145/2023). La 'norma
bandiera' delle maggioranze di Centrodestra nelle Regioni è stata
oggetto di continui interventi demolitori da parte della Corte
costituzionale e per questo, a più riprese, avevamo tentato di
azzerare o ridurre la richiesta dei 5 anni di residenza per
accedere alle politiche abitative".
"Nella seduta d'Aula di aprile scorso - rammentano i due
consiglieri -, avevamo sottolineato la necessità che la Lr 1/2016
del Friuli Venezia Giulia venisse al più presto modificata e per
questo avevamo presentato un emendamento con cui portare a 2 gli
anni di residenza richiesti. La Maggioranza lo bocciò con
interventi estremamente critici verso noi proponenti. A distanza
di qualche mese, un provvedimento simile viene approvato dalla
Giunta regionale e verrà discusso nel Consiglio di metà ottobre,
durante la legge di assestamento autunnale".
Nella loro nota, Bullian e Moretuzzo riportano "il passaggio
integrale della relazione della Giunta, nella presentazione dei
commi 8 e 9 dell'art. 5: Modifiche all'articolo 29 della legge
regionale n. 1/2016 che portano da cinque a due gli anni di
residenza sul territorio regionale richiesti in capo agli
assegnatari degli alloggi di edilizia sovvenzionata di cui
all'art. 16 della legge regionale medesima".
"Nel caso di definitiva approvazione da parte del Consiglio
regionale, si sanerebbe così una norma ingiustamente
discriminatoria, che altrimenti continuava a essere applicata nei
recenti bandi delle Ater. Tuttavia - aggiungono i due consiglieri
- non ci appare chiaro perché il correttivo sia introdotto
esclusivamente per l'edilizia sovvenzionata e non anche per
quella convenzionata e agevolata. Su questo ci riserviamo un
approfondimento, ma constatiamo comunque il passo in avanti
compiuto nella direzione indicata dal diritto, dalla magistratura
e dalle Opposizioni consiliari oltre che dal buon senso".
"Infatti, la Corte aveva precisato che il requisito della
residenza prolungata nella regione non presenta alcuna
ragionevole correlazione con il soddisfacimento dell'esigenza
abitativa di chi si trova in una situazione di bisogno
-continuano Bullian e Moretuzzo -. Anzi, tale criterio contrasta
con la circostanza per cui 'proprio chi versa in stato di bisogno
si vede più di frequente costretto a trasferirsi da un luogo
all'altro spinto dalla ricerca di opportunità di lavoro'. In
conclusione, il disastroso bilancio demografico e le richieste di
manodopera dal mondo produttivo (spesso accompagnate da una
sempre maggiore disponibilità allo spostamento) rendono, oltre
che ingiusto e incostituzionale, davvero inutile e persino
dannoso il precedente approccio che auspichiamo sia
definitivamente superato con la seduta d'Aula di metà ottobre".
ACON/COM/rcm