ASSESTAMENTO BIS. PELLEGRINO(AVS): RICCO CON RICCHI, POVERO CON POVERI
(ACON) Trieste, 15 ott - "Un'altra manovra al contrario: ricca
con i ricchi e povera con i poveri. Duecentosessantasei milioni
di euro stanziati nella legge di assestamento di autunno
esplicano, senza mezzi termini, quale politica stanno attuando i
partiti che governano la Regione da quasi sette anni e che può
essere sintetizzata con un'unica parola: disuguaglianza". Così,
in una nota, la consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza
Verdi e Sinistra) a margine della discussione generale sul
disegno di legge 26 multisettoriale.
"Si continua ad attingere dalle casse della Regione,
costantemente rimpinguato dalle tasse dei nostri corregionali -
prosegue Pellegrino -, senza che queste vengano restituite nei
giusti servizi mettendo a punto il modello liberista. ll
messaggio che esce dalle dichiarazioni degli assessori è una
continua mistificazione della realtà, la cui narrazione ci
colloca nel Paese dei balocchi. Quello che dobbiamo comunicare ai
cittadini è che ci troviamo di fronte a un'altra manovra
faraonica, che restituirà dei servizi sempre più deficitari".
"Un disegno ben congegnato, finalizzato a strozzare il pubblico,
sempre più oltraggiato, per esternalizzarlo al privato, a cui si
stendono tappeti rossi perché considerati salvatori. La domanda
che ho posto alla Maggioranza, e che temo non troverà neppure ora
la risposta - fa sapere la consigliera -, è stata come sia
possibile che il privato investa e faccia utili in settori che in
mano a questa maggioranza sono deficitari. Credo che la risposta
sia molto semplice: la politica di questa Giunta non è solo
liberale, ma anche fortemente liberista, spesso tecnicista,
spingendo a una privatizzazione dove gli unici a rimanere fuori
dai giochi di questa giostra delle meraviglie è una larga fetta
di popolazione le cui famiglie stentano sempre più ad arrivare a
fine mese".
Prova ne sono gli investimenti per costruire impianti di risalita
a bassa quota, oppure per finanziare alberghi da 4 Stelle in su,
o ancora per la realizzazione di un'installazione tecnologica che
costa 3 milioni e mezzo di euro, mentre strutture pubbliche come
la clinica ortopedica di Udine non decollano. Non vorremmo -
conclude Pellegrino - che il tutto dipenda dal fatto che, pochi
chilometri più in là, è presente una realtà privata che assorbe
la richiesta di mercato facendo immancabilmente business".
ACON/COM/rcm