ISONZO. AUDIZIONI IN IV COMM: CHIESTO UNO STUDIO PARTECIPATO /1
(ACON) Trieste, 17 ott - Una moratoria sulla progettazione e sul
primo lotto esecutivo per le due traverse di Piuma e Straccis, in
Comune di Gorizia, con l'appello affinchè la Regione Fvg si
faccia parte attiva con il Governo per affrontare con la Slovenia
la controversa questione dei rilasci della diga di Salcano per
una comune elaborazione di un piano di gestione idrografica del
fiume Isonzo.
Sono queste le richieste avanzate non solo da Legambiente Fvg
all'amministrazione regionale nel corso delle audizioni, in IV
Commissione consiliare presieduta da Alberto Budai (Lega), in
merito al progetto di normalizzazione del fiume Isonzo, che
prevede l'adeguamento della traversa di Piuma e la realizzazione
della nuova traversa di Straccis a Gorizia e lo sfruttamento come
invaso dell'ex cava Postir in Comune di Sagrado. Gli esponenti di
Legambiente Fvg insieme ad altri portatori di interesse hanno
manifestato le proprie perplessità circa il progetto finanziato
in Assestamento di bilancio di luglio con circa 2 milioni di
euro, che demanda al consorzio di bonifica della Venezia Giulia
un'analisi di fattibilità tecnico-economica sulla realizzazione
delle opere idrauliche in questione.
In apertura di audizione, l'assessore regionale alla Difesa per
l'ambiente, Fabio Scoccimarro, ha evidenziato le problematiche
dell'Isonzo, legate al fenomeno dell'Hydropeaking "derivato da un
limitato rilascio delle acque della diga a monte, quella di
Solcano. Un problema che affonda le radici negli accordi di Osimo
degli anni '70 tra Italia ed ex Iugoslavia e in seguito ai quali,
dunque, durante alcune ore della giornata, il fiume non riceve
abbastanza acqua perche trattenuta dalle dighe slovene".
"I frequenti sbalzi giornalieri del fiume Isonzo - ha spiegato
Scoccimarro - rendono difficoltoso l'esercizio dell'irrigazione
agricola, nonche creano numerosi problemi alla vita ittica
dell'intero ecosistema".
Di qui dunque il finanziamento per lo studio di progettazione di
fattibilità tecnica in Assestamento estivo che però, come
evidenziato dalla consigliera regionale Serena Pellegrino (Avs)
promotrice dell'audizione, ha sollevato diverse preoccupazioni
dalle associazioni ambientaliste.
"Tra i dubbi - si è appreso dai presidenti dei circoli di
Legambiente Monfalcone e Legambiente Gorizia - l'affidamento al
consorzio di bonifica della Venezia Giulia dello studio di
fattibilità per la progettazione dell'Isonzo, un consorzio che ha
un interesse specifico nella tutela e valorizzazione delle
produzioni agricole e dei territori, ma a cui sono state
assegnate funzioni di difesa e conservazione dello stesso".
"Nello specifico - così ancora Legambiente - analizzando il piano
generale di bonifica e tutela del territorio, manca un qualsiasi
intervento di rinaturalizzazione dei corsi di acqua e nessuna
ipotesi di ampliamento delle aree golenali per prevenire le
alluvioni e dare spazio al fiume. Al contrario si progetta la
ricostruzione di quelli manufatti obsoleti, ulteriore sottrazione
di acqua per uso irriguo dal corso principale, tramite
l'incanalamento di 4,13 metri cubi".
"Inoltre, le motivazioni all'origine dei tre interventi finaziati
- come spiegato da Michele Tonzar, presidente di Legambiente
Monfalcone - e cioè come conseguenti ai monitoraggi e agli studi
sullo stato delle acque del fiume Isonzo, condotti nell'ambito
del progetto Interreg Italia-Slovenia Grevislin, sarebbero in
netta contrapposizione con quanto, invece, viene prospettato nel
dossier del 2022 di Grevslin per il miglioramento della qualità
idrogeologica del fiume".
"Nel dossier - ha detto Tonzar - viene esplicitato che gli
interventi strutturali possono fornire delle soluzioni nel medio
periodo per quanto riguarda l'agricoltura e il supporto irriguo,
ma sarebbero comunque insufficenti a garantire la continuità
fluviale dell'Isonzo. Inoltre, viene indicato un rapporto costi
benefici elevato per ottenere soluzioni di efficiacia limitata.
L'unico intervento possibile sarebbe quello non strutturale di
azione sulla diga di Salcano attraverso una rinegoziazione degli
accordi di Osimo e delle portate minime rilasciate".
Altro problema sollevato da Legambiente è che "la realizzazione
delle traverse prospetterebbe una violazione delle direttive
ambientali e dei regolamenti europei, in particolare quello
relativo alla Nature Restoration Law".
Durante l'audizione sono state ascoltate anche le istanze
provenienti dai sindaci del Comune di Gradisca di Isonzo e di
Sagrado. Alessandro Pagotto ha manifestato preoccupazione in
merito al Piano di gestione del rischio alluvioni, spiegando che
molto spesso "il territorio di Gradisca si trova in situazioni di
forte allagamento che mettono a repentaglio l'incolumità pubblica
della popolazione e che sarebbero quindi necessarie delle opere
di diaframmatura del Fiume Isonzo", mentre il sindaco di Sagrado,
Marco Vittori, ha lanciato l'appello per un intervento che "sia
utile ad evitare il rischio alluvioni in inverno e quello di
totale prosciugamento e ghiaia nel periodo estivo".
Dai rappresentanti dell'associazione Rosman, Roberto Pizzutti e
Paolo Hutmar, è arrivato l'invito alla Regione per "la revisione
di progetti attuali e futuri per garantire la conformazione degli
stessi al Piano di gestione delle acque, e per una maggiore
trasparenza che permetta a tutti gli stakeholder interessati di
capire come i fondi regionali vengono utilizzati e i risultati
ottenuti".
Il Consorzio di Bonifica della Venezia Giulia e la direzione
regionale alla Difesa per l'ambiente hanno rassicurato gi auditi
in merito alla progettualità in oggetto, garantendo che "non si
andrà a stravolgere il fiume e che non si interverrà con opere
nuove, bensì si interverrà sulle opere vetuste già presenti".
La Direzione ha anche specificato che "il Piano rischio alluvioni
è frutto di un lungo lavoro con l'Autorità di bacino e sullo
stesso sono stati fatti degli studi tecnico-scientifici molto
apprfonditi".
(1 - segue)
ACON/SM/rcm