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MONFALCONE/2. V-VI COMM: INTEGRAZIONE FONDAMENTALE PER VITA SOCIALE

28.10.2024
16:27
(ACON) Trieste, 28 ott - Alle audizioni organizzate dalle Commissioni VI e V su richiesta dei consiglieri delle Opposizioni, in primis Enrico Bullain (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg), per parlare del cosiddetto Piano Monfalcone, sono stati chiamati anche esponenti dello sport, della scuola, delle organizzazioni sindacali, di culto e di cultura islamica. Da tutti, la richiesta di fondo che non è mancata è stata l'insegnamento della lingua italiana.

A detta del presidente regionale del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni Fvg), Giorgio Brandolin, "si potrebbe riprendere il progetto del Coni iniziato con la Regione nel 2016, ma bloccato l'anno dopo, a Monfalcone e Udine di attività sportiva e motoria nelle scuole elementari per bambini stranieri, perché è dimostrato che lo sport è importante per l'integrazione tra le popolazioni. E si potrebbe cercare di far ripartire anche il percorso, naufragato otto anni fa, ideato con la sezione cricket della società sportiva AR Fincantieri e il Comune di Staranzano per avere un campo di gioco adatto, creando, con l'aiuto della federazione nazionale, una vera associazione sportiva del cricket che coinvolga tutti i Comuni del mandamento".

E proprio dal presidente della Federazione cricket italiana, Fabio Marabini, "la totale disponibilità a trovare una soluzione per un luogo adatto a far praticare questa disciplina nel Monfalconese, dove non mancano aree dismesse che potrebbero essere utili allo scopo. Si tratta del secondo sport più praticato al mondo, che storicamente porta con sé valori di integrazione e tolleranza".

Dall'istituto scolastico Ezio Giacich di Monfalcone il dato che "oramai questi ingressi e queste uscite di ragazzi stranieri sono residuali, il numero in questi anni si è rimpicciolito ed è divenuto stabile. Come per tutti, ci sono i più e i meno bravi. Alcuni già conoscono la lingua italiana, anche a un livello alto, altri meno. Riusciamo ad assorbire tutti, si parla di 20-25 alunni per classe, per un percorso non semplicissimo ma che ci stimola nel fare ogni giorno".

Situazione simile al comprensivo Randaccio, sempre di Monfalcone, con alcune criticità nelle classi dell'infanzia dove "più di qualcuno perde un anno di scuola, ma il problema sta rientrando. Diversi di loro sono nati qui, perciò non è corretto del tutto chiamarli stranieri. Altre volte si parla di ragazzini di 10-12 anni che arrivano per la prima volta in Italia e allora il nostro intervento è più difficile. Ci sono problemi di alfabeto e gli insegnanti non sono così preparati come servirebbe ma, italiano a parte, noi puntiamo all'intercultura in senso lato. Le difficoltà ci sono nel doposcuola per le bambine e le ragazze, perché lo sport, vedi il cricket, può essere una via, ma è precluso al genere femminile, perciò la sfida è una partita ancora da giocare".

Mancanza di vera integrazione è l'accusa delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil della scuola. Per la Cgil "spesso a Monfalcone si mettono i lavoratori gli uni contro gli altri, altro che integrazione. Servono loro corsi di italiano per poter interagire, capire cosa devono fare, conseguire la patente di guida, ma questi corsi mancano. Magari si potrebbero organizzare coinvolgendo le Università". Per la Uil, la soluzione potrebbe essere "portare il numero degli alunni a 12 per classe, per aiutare gli insegnanti a seguirli adeguatamente e a loro di integrarsi veramente. Monfalcone potrebbe essere un progetto pilota in tal senso".

Per l'Associazione nazionale oltre le frontiere (Anolf) Fvg, che ha parlato anche come Cisl, "la mancanza di politiche sociali preclude l'integrazione. Abbiamo attivato 4 sportelli (a Monfalcone, Trieste, Udine e Pordenone) e progetti di insegnamento della lingua italiana. A Monfalcone si sono iscritte 160 persone, di cui 95 donne. Al termine, i partecipanti possono accedere a corsi lavorativi; si comincia così un iter che li aiuta ad ottenere il permesso di soggiorno, fino alla cittadinanza italiana".

Don Flavio Zanetti, che ha parlato per le parrocchie monfalconesi, ha fatto presente che "ci sono forestieri arrivati negli anni '90 che devono ancora integrarsi, non solo gli stranieri". E ha elencato gli elementi indispensabili affinché ciò avvenga: insegnare la lingua italiana; fare formazione civica, anche tra gli italiani; organizzare momenti di incontro (ad esempio sportivi, culturali, musicali); permettere la libertà religiosa; garantire un alloggio a chi arriva, aiutando così a contrastare gli affitti illegali; avere docenti specializzati e numeri contenuti per classe; insegnare un mestiere e anche la sicurezza sul lavoro; analizzare la situazione sociologica reale monfalconese.

Dai centri culturali islamici Darus Salaam e Baitus-Salat, una risposta a quanto accusato da Anna Maria Cisint come assessore di Monfalcone: "Di tutto ciò che ha detto, l'unica cosa vera è che un cittadino su tre è un immigrato". Bou Konate ha quindi parlato della sua esperienza: arrivato dal Senegal senza sapere l'italiano, oggi è laureato in ingegneria e con un'esperienza di assessore di Monfalcone alle spalle. "Senza immigrati - ha commentato - Fincantieri oggi avrebbe dei grossi problemi. E anche i livelli di natalità locale. Nel presente, è fondamentale far apprendere l'italiano; il lavoro delle associazioni e dei privati non basta, c'è bisogno delle istituzioni pubbliche. Serve il rispetto dell'altro, delle sue tradizioni e religione. Per il futuro, bisogna scommettere sui ragazzi, dove il doposcuola è una necessità, perché i loro genitori non possono sostituire l'aiuto della scuola, visto che loro stessi spesso hanno delle difficoltà di integrazione".

Anche il presidente dell'associazione Monfalcone interetnica (Ami), Arturo Bertoli, ha accusato Cisint di una rappresentazione falsa della città, a cominciare da affermazioni come "gli uomini non vogliono imparare l'italiano e le donne non possono venire a lezione perché i mariti non glielo permettono. Solo quest'anno abbiamo chiuso le iscrizioni per i corsi, che svolgiamo da ottobre a giugno, per 260 donne. E non è vero che le donne non possono lavorare o che gli stranieri fanno opera di islamizzazione: non mi risulta alcun convertito. All'opposto, abbiamo avuto un'alta partecipazione alla nostra festa di Natale interetnica. Non c'è alternativa alla coesione sociale: non è solo che oggi gli italiani non voglio fare certi mestieri, ma non ci sarebbero proprio abbastanza giovani per garantire tutto il lavoro".

2 - segue ACON/RCM-fc



  • La seduta congiunta delle Commissionii VI e V su Piano Monfalcone
    La seduta congiunta delle Commissionii VI e V su Piano Monfalcone
  • Il presidente dell'associaizone Darus Salaam, Bou Konate
    Il presidente dell'associaizone Darus Salaam, Bou Konate
  • Don Flavio Zanetti
    Don Flavio Zanetti
  • In piedi, Enriuco Bullian (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg)
    In piedi, Enriuco Bullian (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg)
  • La seduta della VI e della V Commissione su Piano Monfalcone
    La seduta della VI e della V Commissione su Piano Monfalcone