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ILIA. DISCUSSIONE. OPPOSIZIONI: SECONDE CASE, DIFFERENZIARE BENEFICI

29.10.2024
18:16
(ACON) Trieste, 29 ott - Molti ne condividono l'ispirazione, quella di venire incontro ai cittadini che a prezzo di sacrifici hanno acquistato la prima abitazione e in qualche caso anche un secondo immobile. Altri ne lodano alcuni aspetti, in particolare "l'alleggerimento dell'aliquota per i fabbricati destinati ad attività economiche" (Massimiliano Pozzo e Laura Fasiolo del Pd), "l'abbattimento in caso di morosità legata alla locazione" (Rosaria Capozzi del M5S) e "i vantaggi per chi eredita la seconda casa in località distanti dai grandi centri" (Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l'autonomia-Civica Fvg). Ma su molti altri aspetti il giudizio dei consiglieri di Opposizione sul ddl 29 resta negativo.

Lo si è compreso dagli otto interventi degli esponenti di minoranza nel corso della discussione generale sul provvedimento che va a modificare le aliquote relative all'Ilia, l'imposta locale immobiliare autonoma.

Le posizioni più critiche sono state espresse da Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), convinto che "con questa norma si vada a ridurre l'imposta sul patrimonio senza portare benefici alla collettività. Dovreste uscire da una logica di spartizione a pioggia che favorisce una fascia di persone già privilegiate. Perché io capisco i sacrifici di chi è riuscito ad acquistare la prima casa, ma non la seconda… Bisognerebbe piuttosto aiutare chi una casa non ce l'ha".

Anche secondo Andrea Carli (Pd), che ha centrato il suo intervento su numeri e percentuali relative all'applicazione delle aliquote immobiliari da parte dei Comuni, "il problema vero sono le case che non vengono date in affitto e i territori montani o interni dove gli immobili non vengono affittati perché poco attrattivi. Per quelle situazioni si dovrebbe fare una manovra più incisiva, quantomeno cancellando l'imposta nei territori montani di fascia C".

La collega dem Manuela Celotti è invece preoccupata soprattutto "per la limitazione dell'autonomia dei Comuni che questa legge provocherebbe: nel momento in cui le risorse caleranno, avremo un'ipoteca di fatto sui loro bilanci". Anche secondo Celotti "è sbagliato non aver previsto distinzioni territoriali o di reddito, come se avere una seconda casa a Lignano, a Trieste o nelle aree montane fosse la stessa cosa". Argomenti riproposti da Laura Fasiolo (Pd) che invoca "una distinzione basata sui redditi dei beneficiari". Perché altrimenti, le ha dato manforte il collega dem Pozzo, "si rischia di tradire l'obiettivo di aiutare chi ne ha bisogno, agevolando anche chi non rientra in questa categoria".

"Se questa è una boccata d'ossigeno per la classe media come ha detto il capogruppo della Lega, Calligaris - ha fatto presente Rosaria Capozzi del M5S - ricordo che le famiglie in difficoltà economica sono da tempo in apnea… State facendo una scelta politica sbagliata, si dovrebbero abbattere le aliquote solo a chi affitta immobili a canone concordato".

Più morbida la posizione di Moretuzzo. "Dentro questo ddl ci sono aspetti positivi per chi eredita la seconda casa in posti disagiati e per famiglie che non hanno mezzi importanti, come pure per le imprese economiche che si vedono abbattere le aliquote. Ma tutto questo - ha aggiunto il capogruppo del Patto-Civica - andrebbe inserito in una politica complessiva per la casa, tenendo presente il grande problema dell'emigrazione giovanile, costituita in gran parte da laureati. I nostri emendamenti entreranno dunque nel merito e dalla vostra risposta valuteremo la posizione da prendere sulla norma".

"Non demonizzo questa misura - ha osservato Serena Pellegrino di Avs - ma è necessario che la Regione agisca contro le palesi disuguaglianze e distorsioni che si possono generare con l'applicazione della legge. Il nostro movimento politico aveva già proposto a livello nazionale di abbattere la tassa per immobili con un valore inferiore ai 500mila euro, mentre al di sopra di quella cifra andrebbero applicate cinque diverse aliquote".

A tutte queste osservazioni ha risposto l'assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti. Che ha preannunciato "la richiesta di ritirare tutti gli emendamenti per avere tempo di valutare l'impatto della norma sul territorio". L'assessore ha comunque assicurato "che questo percorso è stato condiviso con i Comuni e non toglie spazi di manovra ai municipi".

Per i consiglieri di Maggioranza ha parlato, in replica, il solo relatore Michele Lobianco: "Sfugge - ha detto il consigliere di Forza Italia - che questo ddl è un atto di politica pura, un'azione pianificata con una visione lungimirante". ACON/FA-fc



  • Il presidente del Cr Fvg, Mauro Bordin, durante i lavori pomeridiani in Aula
    Il presidente del Cr Fvg, Mauro Bordin, durante i lavori pomeridiani in Aula
  • L'intervento di Andrea Carli (Pd) e i banchi del Pd
    L'intervento di Andrea Carli (Pd) e i banchi del Pd
  • Manuela Celotti (Pd)
    Manuela Celotti (Pd)
  • Furio Honsell (Open Sinistra Fvg)
    Furio Honsell (Open Sinistra Fvg)
  • Il capogruppo Massimo Moretuzzo (in piedi) e i consiglieri del Patto per l'autonomia-Civica Fvg
    Il capogruppo Massimo Moretuzzo (in piedi) e i consiglieri del Patto per l'autonomia-Civica Fvg
  • Rosaria Capozzi (M5S) e al suo fianco Serena Pellegrino (Avs), a sinistra, e Laura Fasiolo (Pd), a destra
    Rosaria Capozzi (M5S) e al suo fianco Serena Pellegrino (Avs), a sinistra, e Laura Fasiolo (Pd), a destra
  • Michele Lobianco (FI), relatore di maggioranza, accanto al collega di gruppo Roberto Novelli
    Michele Lobianco (FI), relatore di maggioranza, accanto al collega di gruppo Roberto Novelli
  • L'assessore Fvg alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti
    L'assessore Fvg alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti