CITTADINANZA MUSSOLINI. BULLIAN (PAT-CIV): COMUNE GORIZIA LA REVOCHI
(ACON) Trieste, 13 nov - "Prendo atto della decisione del
Consiglio comunale di Gorizia, a cui va riconosciuta la completa
autonomia di scelta, ma ritengo di dover replicare alle
dichiarazioni del sindaco Ziberna riprese dalla stampa".
Lo afferma in una lunga nota Enrico Bullian, consigliere
regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, che spiega come
"un analogo iter di revoca della cittadinanza onoraria a
Mussolini lo abbiamo portato a compimento a Turriaco nel 2021,
quando ero sindaco e altrettanto era avvenuto qualche anno prima
a Ronchi dei Legionari, per rimanere nell'area isontina. Lo
abbiamo fatto senza necessità di alcuna 'furia iconoclasta' e
senza 'pretestuosità nella proposta' (dei consiglieri comunali
Sartori e Picco e avvallata da tutto il Centrosinistra), come
invece evocato dal sindaco di Gorizia".
"Avevamo seguito semplicemente un lineare percorso amministrativo
- aggiunge Bullian -, cercando di rispondere a una domanda,
ovvero quale sia il senso di mantenere la cittadinanza onoraria,
che è un riconoscimento concesso dall'Amministrazione comunale ad
una persona ritenuta legata positivamente al Comune per il suo
impegno o le sue opere, a Mussolini. Replicare che 'la storia non
si può né si deve cancellare. No alla damnatio memoriae' permette
di tenere compatta la sua maggioranza non entrando nel merito
delle valutazioni sul passato, ma francamente trovo colmo di
ignavia questo comportamento, che devia rispetto a una puntuale
risposta al quesito".
"Come prima considerazione dico: questo sarebbe, per la Destra,
aver fatto i conti con la storia? Vale meno per il sindaco di
Gorizia (anche se mi risulta contradditorio dichiararsi
antifascisti e mantenere un riconoscimento al duce del fascismo),
ma vale sicuramente per una parte della sua Maggioranza, dove le
aree di tolleranza con quello che rappresentò il fascismo sono
ancora troppe e questo continua a essere un nervo scoperto per
l'area sovranista e populista: non c'è mai una presa di distanza
inequivocabile. Avrei dato per scontato che tutti, nel 2024 -
così ancora il consigliere -, avessero potuto votare per revocare
la cittadinanza onoraria al duce del fascismo, responsabile delle
leggi razziali e delle guerre di conquista. Purtroppo non è
così".
Seconda considerazione di Bullian: "La storia si studia sui libri
e sui documenti d'archivio. Revocando la cittadinanza conferita
nel 1924 non si cancella il documento originario (non c'è,
letteralmente, nessuna damnatio memoriae), ma gli si toglie il
valore emerito che ha per l'oggi".
"Infine, il paragone con Giulio Cesare è improprio e lo capiscono
tutti. Mussolini visse nel Novecento, quando esistevano già degli
Stati liberali e, almeno parzialmente, democratici, che lui
decise consapevolmente di distruggere e combattere.
Dell'ideologia fascista di cui era portatore non si può salvare
nulla e fortunatamente la Repubblica democratica italiana nasce
in antitesi alla dittatura del Ventennio. Bastava questo per
revocare la cittadinanza onoraria: l'azione simbolica - ribadisce
ancora l'esponete del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg - poteva
avere una valenza rivolta soprattutto alle nuove generazioni, per
trarre insegnamento dagli eventi storici per la costruzione di un
futuro libero e giusto per i popoli, all'insegna
dell'autodeterminazione individuale e collettiva, per un domani
di pace e di sviluppo civile".
"Sarebbe avvenuto nell'anno del centenario del rapimento e
dell'assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti da
parte di una squadra fascista, di cui Mussolini si assunse
pubblicamente la responsabilità politica, morale e storica del
clima nel quale maturarono quegli eventi di un secolo fa, che usò
per arrivare alla definitiva trasformazione dello Stato italiano
in un regime dittatoriale liberticida e imperialista. Purtroppo a
Gorizia si è persa un'occasione per un passo nella giusta
direzione", conclude Bulllian.
ACON/COM/rcm