SICUREZZA STRADALE. MASSOLINO (PAT-CIV): NECESSARIO RIDURRE VELOCITÀ
(ACON) Trieste, 16 nov - "I dati Istat sull'incidentalità
regionale diffusi oggi parlano di una realtà drammatica, dove la
velocità unita alla disattenzione provoca una scia senza fine di
vittime proprio nelle fasce più fragili della popolazione".
Lo afferma in una nota Giulia Massolino, consigliera regionale
del Patto per l'Autonomia - Civica Fvg prima firmataria della
mozione sulla riduzione dei limiti di velocità che approderà in
Aula giovedì 21 novembre.
"Il rapporto Istat - evidenzia Massolino - arriva subito dopo la
notizia dell'ennesima vittima investita e uccisa a Trieste da una
persona in automobile e alla vigilia della giornata
internazionale delle vittime della strada (17 novembre). Nella
prossima settimana è prevista la discussione al Senato del nuovo
codice della strada, proposto dal ministro Salvini, che ha perso
il ricorso contro la Città 30 di Bologna la scorsa settimana. Una
misura, quella di Salvini, ampiamente osteggiata dalle
associazioni delle vittime della strada e da quelle che si
occupano di mobilità e ambiente, perché non incide, e anzi
peggiora, il principale strumento di prevenzione delle vittime:
la riduzione della velocità".
"Ne - prosegue l'esponente autonomista - discuteremo in Consiglio
regionale giovedì 21, grazie alla mia mozione che chiede alla
Regione di mostrare contrarietà al provvedimento e di
intraprendere, invece, azioni concrete nella direzione della
Città 30 anche per i centri urbani del nostro territorio".
"I dati segnalano un problema principalmente per l'aumento degli
investimenti fatali di persone a piedi, soprattutto le fasce
fragili, oltre a essere la prima causa di morte per i giovani
under 30 e a rappresentare un costo sociale di 327 milioni solo
per la nostra regione (274 euro pro capite) - afferma la
consigliera - Quale sarebbe un numero accettabile di morti in
strada? Zero. Questa è la cosiddetta 'vision zero' che in molte
parti d'Europa si persegue, e a tal fine il primo strumento, come
riconosciuto anche dall'Onu, è la riduzione strutturale della
velocità degli autoveicoli, che anche incentiva la mobilità
dolce, riducendo ulteriormente il numero di incidenti con
conseguenze sulle persone".
Secondo Massolino "per fare politiche ragionevoli bisogna partire
dai numeri, e la riduzione a 30 km/h della velocità ad oggi si è
dimostrata la strategia migliore per ridurre gli incidenti
stradali e la loro gravità, e rendere più sicure le vie della
città per tutte le persone, in qualsiasi modo si muovano. Gli
innumerevoli studi scientifici teorici sono confermati dai
risultati reali registrati nelle molte città che hanno scelto i
30 km/h: un'analisi del politecnico di Atene, pubblicata a maggio
2024, su quaranta città europee diventate Città 30 ci dice che
gli incidenti sono calati in media del 23%, le persone decedute
del 37% e quelle ferite del 38%. La velocità conta sempre: o come
causa diretta, o come fattore che comunque aggrava le conseguenze
delle altre violazioni".
"La maggior parte delle città europee e alcune città italiane
sono già andate nella direzione della Città 30 - sottolinea
l'esponente di Opposizione -. Bologna è stata la prima città di
medie dimensioni a intraprendere questo coraggioso percorso nella
direzione non solo della sicurezza stradale, per la quale è stata
insignita del premio europeo la settimana scorsa, ma anche della
riduzione dell'inquinamento atmosferico e acustico, della
vivibilità e della democratizzazione degli spazi urbani. I
risultati che ha ottenuto in solo sei mesi sono straordinari:
-38% incidenti gravi e -33% di decessi, a fronte di -10,8% di
incidenti e -11,7% di persone ferite. Ma era stata Olbia la prima
città italiana a farlo, già nel 2021, e la misura è stata
strenuamente difesa dall'Amministrazione di Centrodestra che
l'aveva proposta, a dimostrazione che salvare vite non ha e non
deve avere colore politico".
"Ci auguriamo - conclude Massolino - che anche il Consiglio
regionale possa valutare positivamente, in modo trasversale,
questa proposta che mira a mettere al centro la sicurezza e il
benessere delle persone, a partire da quelle più fragili: anziane
e anziani, bimbe e bimbi".
ACON/COM/sm