SALUTE. PELLEGRINO (AVS): SERVIZIO E PRESTAZIONE NON SONO STESSA COSA
(ACON) Trieste, 20 nov - "Ci siamo dimenticati che servizio e
prestazione non sono la stessa cosa. La prima è la presa in
carico della persona, l'altra è la somministrazione di
un'attività".
Così, in una nota, la consigliera regionale Serena Pellegrino di
Alleanza Verdi e Sinistra, a margine dell'esame della relazione
prevista dall'articolo 15 (Clausola valutativa) della legge
regionale 26 marzo 2009, n. 7 ((Disposizioni in materia di
contenimento dei tempi d'attesa delle prestazioni sanitarie
nell'ambito del Servizio sanitario regionale).
"Le liste di attesa sono ormai così lunghe da apparire
inaccettabili. Avere un appuntamento oggi per domani - incalza
Pellegrino - se si passa attraverso il privato e, a distanza di
un anno e mezzo se ci si rivolge al pubblico, è gravissimo.
Fornire il contributo diagnostico in tempi assolutamente congrui,
permette di ridurre la spesa del Servizio pubblico, perché si
riesce a verificare e a contenere possibili malattie che,
altrimenti, scadrebbero nella patologia con aggravi importanti
per le finanze pubbliche".
"Definire il privato sociale convenzionato come servizio pubblico
non solo è sbagliato - evidenzia l'esponente di Avs -, ma è
fuorviante, perché se è vero che viene pagato dal pubblico,
rimane pur sempre un'attività privata che può fornire o meno una
prestazione o, peggio ancora, chiudere in qualsiasi momento,
qualora il 'mercato' non fosse più appetibile. Ciò che abbiamo
vissuto durante il periodo infausto del Covid avrebbe dovuto
insegnare come il privato ha un suo ambito di gestione e di
direzione che non sempre combacia con quello che è scritto in
Costituzione dove la Sanità deve essere universale".
"La chiusura delle strutture private avrebbe dovuto farci fare
un'inversione di rotta, ma da quanto si evince dalla condotta
della Direzione alla salute della Regione Fvg nulla di quanto
appena accaduto è riuscito a dirottare la condotta verso un
potenziamento del Pubblico e una 'semplice' compensazione da
parte del privato".
"È necessario, inoltre - conclude l'esponente di Opposizione -,
sollevare la questione relativa alla doppia refertazione, ovvero
se la prestazione erogata viene effettuata da un privato
convenzionato che ha in dotazione una strumentazione non
performante (e si manifesta una patologia e ci si rivolge al
Pubblico), il professionista pubblico lo ripeterà non fidandosi
della diagnosi effettuata con lo strumento della struttura
accreditata, con una doppia spesa a carico delle casse pubbliche".
ACON/COM/sm