BILANCIO. CABIBBO (FI): PUNTIAMO SU CRESCITA, NON SU ASSISTENZIALISMO
(ACON) Trieste, 28 nov - "Crescita e competitività sono valori
da sostenere con convinzione. L'assistenzialismo non è nelle
nostre corde. Questo il presupposto da cui parte l'analisi di
Forza Italia per questa manovra finanziaria e, allargando il
compasso, quando si affronta il tema dell'economia. Servono
investimenti finalizzati a rendere più attrattivo il nostro
territorio, non interventi frammentari. E alla luce di questa
valutazione noi votiamo a favore della manovra con convinzione".
Andrea Cabibbo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio
regionale, in una nota mette i puntini sulle "i" quando ricorda
come "Forza Italia sia il partito della crescita, elemento
imprescindibile per raggiungere l'obiettivo della coesione
sociale: un territorio che cresce, competitivo, che attrae nuovi
investitori, migliora la qualità della vita per le famiglie e
aumenta le aspettative per i giovani. Questa Maggioranza è
perfettamente consapevole del contesto complicato in cui ci
muoviamo, ma si distingue per interventi e misure che confermano
il Friuli Venezia Giulia come una delle regioni ai vertici
nazionali per servizi ai cittadini e investimenti per le imprese".
Secondo il capogruppo forzista "positivo è, anche per ammissione
dell'Opposizione, l'aumento del 12%, ovvero 371 milioni di euro,
degli stanziamenti per la salute e la sanità, come sono accolti
favorevolmente gli aumenti per la scuola (+8 milioni di euro) e
per la famiglia. Centrale era e resta il tema della
competitività: in questo senso, la presenza di poli di eccellenza
nel settore scientifico e tecnologico costituisce un valore
aggiunto che rende il Fvg oggetto di attenzioni reali anche da
parte di grandi investitori esteri".
Cabibbo chiude: "Le stime prevedono per il Fvg una crescita del
Pil dello 0,8%, ovvero un dato superiore a quello nazionale.
Pongo, infine, l'accento sul tema dell'energia: abbiamo visto
come il furore ideologico abbia condotto a commettere valutazioni
gravemente sbagliate su settori chiave come l'automotive. Il
fanatismo ideologico non ha saputo capire quali fossero le
ricadute sociali delle sue scelte dogmatiche: noi dobbiamo
trovare un equilibrio tra ambiente e crescita, puntando non tanto
al salario minimo quanto, piuttosto, al salario giusto. Non serve
un reddito di cittadinanza, bensì dare cittadinanza al reddito,
sostenendo l'economia reale e tenendo a mente che le pmi valgono
il 68% del Pil in Italia".
ACON/COM/fa