SALUTE. III COMM: PIANO RETE ONCOLOGICA REGIONALE, VOTO A GENNAIO
(ACON) Trieste, 19 dic - Un piano atteso da quasi 25 anni. C'è
chi lo ha definito una svolta epocale e proprio per questo
necessita di un esame attento per esprimere un parere. La III
Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Carlo
Bolzonello (Fp), ha così deciso di rinviare a gennaio la
votazione sulla Piano della Rete oncologia regionale, già
approvato dalla Giunta a inizio dicembre.
La seduta si è aperta con l'intervento dell'assessore Fvg alla
Salute, Riccardo Riccardi, che ha ricordato la fragilità del
sistema oncologico e la necessità di prendere una decisione
improcrastinabile, sottolineando che uno strumento come questo
non può essere terreno di pura battaglia politica.
È toccato poi al direttore della Rete oncologica regionale,
Gianpiero Fasola, illustrare il piano. 'La rete nasce con
l'obiettivo di perseguire la qualità dei percorsi di cura,
l'equità nelle opportunità di accesso per tutti i cittadini e la
sostenibilità del sistema, in un contesto caratterizzato da una
velocissima innovazione. Anni di ritardo non si recuperano in
pochi mesi - ha aggiunto Fasola - ma vanno individuate delle
priorità che sono: strutturare il coordinamento della Rete,
ricostruire il sistema informativo oncologico regionale,
l'allineamento aziendale e regionale sulle attività
multidisciplinari e sui percorsi di cura, la riorganizzazione
della chirurgia oncologica e la definizione di uno scenario
previsionale a 3-5 anni'.
L'indicazione contenuta nel Piano è quella di concentrare le
prestazioni occasionali o uniche, ovvero interventi chirurgici e
indagini diagnostiche speciali, in alcuni centri con competenze e
risorse specifiche, mantenendo, invece, quanto più vicine alla
residenza del paziente tutte le altre prestazioni per il malato
oncologico: dalle terapie, alle visite di controllo, alle cure
palliative.
'La scelta delle strutture in cui concentrare l'attività
chirurgica oncologica verrà presa sulla base di criteri
trasparenti, che tengano in considerazione non solo la soglia
minima per ogni tipologia di intervento ma anche il volume di
attività per macroaree e le funzioni specialistiche presenti in
ogni struttura', ha spiegato Fasola.
In sostanze gli interventi per le neoplasie più rare verranno
effettuati negli ospedali più grandi, denominati Hub, e per
alcuni tumori il piano individua una solo struttura di
riferimento in regione. Le patologie a più alta incidenza saranno
trattate invece anche in alcuni ospedali più piccoli selezionati,
denominati Spoke. La volontà di approcciarsi al documento con
responsabilità ha accomunato gli interventi in aula di tutti i
consiglieri.
'La pagina che solleva più rumore è quella sulla riorganizzazione
dell'attività chirurgica. È un'ipotesi o parte integrante del
piano?' ha esordito Claudio Giacomelli (FdI), che ha posto anche
l'attenzione sulla fluttuazione dei numeri degli interventi
chirurgici, soprattutto nei casi in cui le soglie sono basse, e
la discrepanza tra i dati forniti dalle Aziende sanitarie a
quelli di Agenas. 'Un problema di codifica dei dati in fase di
superamento' ha spiegato Fasola, che ha ribadito come
'l'organizzazione dell'attività chirurgica dovrà essere
verificata dai gruppi di lavoro in fase di attuazione del piano,
che sarà graduale e progressiva'.
'Ci teniamo stretti i professionisti del settore, il
coordinamento della rete sono loro' ha poi aggiunto Fasola,
rispondendo a un intervento della consigliera Simona Liguori del
Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, che ha riportato in aula la
richiesta di maggiore coinvolgimento nell'elaborazione del piano
espressa dai direttori dei dipartimenti chirurgici. 'Bene che
adesso noi si voti, c'è tempo per recuperare la loro fiducia', ha
concluso Liguori.
Il ruolo del Cro di Aviano è stato al centro degli interventi di
Markus Maurmair (FdI) e anche di Nicola Conficoni (Pd). Fasola ha
spiegato che il Cro ha un mandato nazionale (di ricerca),
regionale (di riferimento per le neoplasie rare) e aziendale
(tutta l'oncologia di Asfo è stata data in gestione al Cro).
'Dobbiamo migliorare l'integrazione tra queste ultime due realtà
che negli anni non c'è stata - ha detto Fasola - ma è la ricerca
preclinica che può dare un futuro importante all'istituto'.
'Se l'obiettivo è migliorare la qualità del servizio,
l'assunzione di responsabilità è un fatto dovuto' ha commentato
Enrico Bullian (Patto per l'Autonomia - Civica Fvg),
sottolineando però che l'Isontino è l'unica area senza ospedali
hub e presidi specializzati. 'La Rete oncologica regionale è
fondamentale soprattutto per le persone più vulnerabili che
necessitano di un accompagnamento più strutturato - ha poi
aggiunto -. Chi può, sceglie i centri di eccellenza fuori
regione'.
Ha posto l'attenzione sull'impatto dell'accentramento della
chirurgia oncologica e sulla tenuta degli ospedali di base la dem
Maunela Celotti, che ha definito 'fondamentale' il coinvolgimento
dei sindaci e degli amministratori locali nelle scelte.
L'esponente del Pd ha chiesto poi chiarimenti anche su come si
intende recuperare i ritardi nei trattamenti del tumore alla
prostata, sui posti per le cure palliative, sul sostegno
psicologico e sul rapporto con il privato. 'Spero che questo
piano getti le basi per il rientro della chirurgia oncologica nel
settore pubblico'.
'Mi auguro che eventuali cambiamenti a questo piano, fatto con
criteri chiari e oggettivi, non arrivino a seguito di spinte
politiche per richieste disattese' ha dichiarato in Aula Rosaria
Capozzi (M5S), mentre Laura Fasiolo ha sollevato il tema dello
sviluppo della telemedicina. 'Il lavoro del gruppo informatico va
anche in questa direzione' ha risposto Fasola, che ha citato
quanto sta facendo la Campania come esempio da copiare quanto a
sviluppo della rete oncologica.
Per Serena Pellegrino (Avs) il ruolo della politica è
fondamentale perché 'deve scegliere sulla base dei dati forniti
dai tecnici, anche se noi non abbiamo margini di modifica a
questa delibera'. Pellegrino ha chiesto chiarimenti su screening
e cure palliative. 'Non siamo riusciti a scrivere tutto come
voluto, ma nei percorsi ospedale-territorio le cure palliative
sono incluse', ha assicurato Fasola.
'Voterò in base alla convinzione che questa proposta metta tutti
i cittadini del Fvg nella posizione di poter accedere alla
migliore prestazione possibile - ha detto Roberto Cosolini (Pd)
-. Non difenderò mai l'ospedale a me vicino se sono convinto che
per un triestino sia meglio andare a Udine o Pordenone per avere
la miglior prestazione possibile'. Cosolini ha poi sottolineato
la necessità di un avvio graduale del piano per poter garantire i
necessari aggiustamenti, interrogandosi su quale sarà il futuro
degli ospedali spoke e quale l'impatto delle concentrazioni
dell'attività chirurgica.
Sempre dal gruppo dem, secondo Francesco Martines 'su questo
piano ci giochiamo la credibilità regionale. Arriviamo in ritardo
ma possiamo copiare le migliori pratiche introdotte da altre
regioni. Chiedo che l'attuazione del piano venga periodicamente
verificata in Commissione. Palmanova è l'unico ospedale di rete
che non ha l'urgenza' ha sottolineato Martines, 'ma questo non
inciderà sull'attività di interventi chirurgici alla mammella' ha
assicurato Fasola.
'Esco dalla Commissione soddisfatto - ha evidenziato Moreno
Lirutti (Fp) -. Abbiamo sotto gli occhi un documento strutturato,
lucido e completo. Io ho lavorato in ospedali piccoli e invito
tutti a fare le scelte per la salute dei cittadini'.
Chiede comunque attenzione anche al territorio Massimiliano Pozzo
(Pd) e il coinvolgimento nelle scelte dei professionsti, degli
amministratori e delle comunità. 'Bene gli interventi più
complessi negli hub e quelli più frequenti nelle altre strutture,
ma la presa in carico del paziente, il pre e post operazione sono
altrettanto fondamentali', ha concluso il dem.
Pur non facendo parte della III Commissione, ha partecipato ai
lavori anche Massimo Moretuzzo (Patto-Civ). 'Sentire che dobbiamo
rincorrere altre regioni deve spronarci. La sanità è un tema
importante, ha a che fare con un pezzo del futuro del Fvg e
abbiamo le risorse per accelerare i processi. Serve coraggio e si
deve procedere. Un pubblico ben organizzato è il miglior antidoto
agli interessi del privato. Un punto qualificate di questo
piano', ha concluso l'autonomista.
È toccato alla consigliera Lucia Buna (Lega) chiudere gli
interventi, ribadendo come in tema di sanità non debbano esserci
campanilismi e difese territoriali.
ACON/AA-fc