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PAPA FRANCESCO. GARANTE FVG: FRETTOLOSI E ASSURDI ALCUNI POST SOCIAL

21.04.2025
19:16
(ACON) Trieste, 21 apr - "Rimango perplesso nel registrare, sui social e in radio, dei frettolosi e impietosi giudizi di diversi cittadini su Papa Francesco, colpevole per quest'ultimi di essere stato un conservatore e di non avere assunto posizioni radicali, se non antagoniste, sui temi che da ormai diversi decenni risulterebbero divisivi anche all'interno del mondo della Chiesa".

È quanto afferma in una nota il Garante regionale per i Diritti della Persona, Enrico Sbriglia, evidenziando che "i critici verso il Papa sembrerebbero non rendersi conto di quanto sia difficile mantenere un'istituzione complessa e totalizzante come Chiesa (ma le stesse problematiche si presenterebbero anche per altre professioni di fede a parità di situazioni) e, nel contempo, favorire la maturazione del pensiero umano che è sempre in evoluzione, anche quello rivolto a un credo religioso il quale, in ogni caso, deve entrare in osmosi con i cambiamenti che il vivere universale impone per essere meglio capito e accolto da quanti stiano affannosamente ricercando la parola di Dio".

"Papa Francesco - prosegue Sbriglia - nel corso della sua vita religiosa ha fatto quello che doveva; ha dispensato i suoi pensieri con la forza di chi, pur sentendosi solo, non avrebbe rinunciato al tentativo di spiegare le tante discrasie ed ingiustizie del mondo, offrendo e dispensando galenica speranza".

"La Chiesa-Ordinamento - sottolinea il Garante Fvg - è un'entità enorme, imponente come i suoi edifici sacri: seppure apparentemente grossa e forte, anch'essa però è costituita da un apparato di uomini e donne che possono avere le proprie fragilità. È dell'essere umano, infatti non rendersi conto dei propri errori, dei propri limiti, delle proprie cattiverie, ancor di più ove vengano interpretati e/o veicolati da alcuni come rigore religioso, come il primato di un'antica ortodossia. Ma la Chiesa-Comunità, quella delle tante persone, è altra cosa, è fluida, sa perfino trovare nel peggio il meglio, non si esercita in un continuo giudizio verso gli altri assolvendo sé stessa".

"Papa Francesco - insiste Sbriglia nelle sue considerazioni - aveva la responsabilità politica di non allontanare l'ombra dei credenti dal corpo della Chiesa che la genera, doveva tenere conto della necessaria unità dei due elementi in questione. Potrebbe apparire cosa più semplice rispetto al dogma della trinità, ma semplice non lo è affatto per quanto Papa Francesco ci abbia provato con tutto sé stesso, accettando di riempirsi del dolore che perviene da quanti vorrebbero un Dio che lenisca, anzitutto, le sofferenze ancora più dolorose se figlie dell'ingiustizia sociale".

"Non può essere una di lui colpa - spiega ancora Sbriglia - il tentativo umano di costruire piuttosto che quello di dividere. Papa Francesco, raccontando di speranza e con la sua postura di figlio di emigranti italiani, attraverso la semplicità dell'esempio, ha inteso, con la sua vita, ricordarlo. Ci mancherà - conclude il Garante regionale - e mancherà soprattutto agli ultimi, quindi a tutti noi perché tutti lo siamo fin dal giorno della nascita". ACON/COM/red