PAPA FRANCESCO. GARANTE FVG: FRETTOLOSI E ASSURDI ALCUNI POST SOCIAL
(ACON) Trieste, 21 apr - "Rimango perplesso nel registrare, sui
social e in radio, dei frettolosi e impietosi giudizi di diversi
cittadini su Papa Francesco, colpevole per quest'ultimi di essere
stato un conservatore e di non avere assunto posizioni radicali,
se non antagoniste, sui temi che da ormai diversi decenni
risulterebbero divisivi anche all'interno del mondo della Chiesa".
È quanto afferma in una nota il Garante regionale per i Diritti
della Persona, Enrico Sbriglia, evidenziando che "i critici verso
il Papa sembrerebbero non rendersi conto di quanto sia difficile
mantenere un'istituzione complessa e totalizzante come Chiesa (ma
le stesse problematiche si presenterebbero anche per altre
professioni di fede a parità di situazioni) e, nel contempo,
favorire la maturazione del pensiero umano che è sempre in
evoluzione, anche quello rivolto a un credo religioso il quale,
in ogni caso, deve entrare in osmosi con i cambiamenti che il
vivere universale impone per essere meglio capito e accolto da
quanti stiano affannosamente ricercando la parola di Dio".
"Papa Francesco - prosegue Sbriglia - nel corso della sua vita
religiosa ha fatto quello che doveva; ha dispensato i suoi
pensieri con la forza di chi, pur sentendosi solo, non avrebbe
rinunciato al tentativo di spiegare le tante discrasie ed
ingiustizie del mondo, offrendo e dispensando galenica speranza".
"La Chiesa-Ordinamento - sottolinea il Garante Fvg - è un'entità
enorme, imponente come i suoi edifici sacri: seppure
apparentemente grossa e forte, anch'essa però è costituita da un
apparato di uomini e donne che possono avere le proprie
fragilità. È dell'essere umano, infatti non rendersi conto dei
propri errori, dei propri limiti, delle proprie cattiverie, ancor
di più ove vengano interpretati e/o veicolati da alcuni come
rigore religioso, come il primato di un'antica ortodossia.
Ma la Chiesa-Comunità, quella delle tante persone, è altra cosa,
è fluida, sa perfino trovare nel peggio il meglio, non si
esercita in un continuo giudizio verso gli altri assolvendo sé
stessa".
"Papa Francesco - insiste Sbriglia nelle sue considerazioni -
aveva la responsabilità politica di non allontanare l'ombra dei
credenti dal corpo della Chiesa che la genera, doveva tenere
conto della necessaria unità dei due elementi in questione.
Potrebbe apparire cosa più semplice rispetto al dogma della
trinità, ma semplice non lo è affatto per quanto Papa Francesco
ci abbia provato con tutto sé stesso, accettando di riempirsi del
dolore che perviene da quanti vorrebbero un Dio che lenisca,
anzitutto, le sofferenze ancora più dolorose se figlie
dell'ingiustizia sociale".
"Non può essere una di lui colpa - spiega ancora Sbriglia - il
tentativo umano di costruire piuttosto che quello di dividere.
Papa Francesco, raccontando di speranza e con la sua postura di
figlio di emigranti italiani, attraverso la semplicità
dell'esempio, ha inteso, con la sua vita, ricordarlo. Ci mancherà
- conclude il Garante regionale - e mancherà soprattutto agli
ultimi, quindi a tutti noi perché tutti lo siamo fin dal giorno
della nascita".
ACON/COM/red