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STATUTO FVG. PELLEGRINO (AVS): AUDIZIONI IN SENATO, DDL RISCHIOSO

29.04.2025
18:56
(ACON) Trieste, 29 apr - "Sulla base dell'attuale disegno di legge costituzionale in discussione al Senato, per la riforma dello statuto della nostra Regione, non è chiaro cosa verrà delineato dal legislatore regionale quando verranno istituiti i nuovi enti di area vasta: le leggi inevitabilmente avranno l'imprinting della Maggioranza consiliare. Mancando nel ddl di riforma, le indicazioni su funzioni e ruoli dei nuovi enti, è palese la sussistenza del rischio che le norme regionali realizzino un'operazione che sulla carta sembrerà funzionare, ma che di fatto non consentirà lo sviluppo di indirizzi politico-amministrativo autonomi nei territori e risulterà insufficiente rispetto agli obiettivi di rappresentatività delle molteplici identità e istanze del Friuli Venezia Giulia".

Lo afferma in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra intervenuta oggi in audizione al Senato, in Commissione Affari Costituzionali in merito alle modifiche allo Statuto speciale del Friuli Venezia Giulia.

"Se non si danno le giuste competenze - prosegue Pellegrino - si rischia che succeda come con le Uti, abolite e sostituite dagli Enti di decentramento regionale: con sempre minori requisiti di democraticità e partecipazione, entrambe le esperienze di riforma si sono dimostrate fallimentari perché surrogati di decentramento di quelle funzioni che di fatto sono comunque rimaste pilotate dal livello più alto di Governo".

L'esponente di Avs, evidenzia, inoltre, quanto pesi, nel disegno di legge trasmesso dalla Camera al Senato "il devastante intervento sull'istituto del referendum regionale sulle leggi in materia della forma di governo e del sistema elettorale".

"La nuova formulazione dell'articolo 5 dello statuto - afferma la consigliera regionale - cancella gli attuali quorum, i tempi previsti e i presupposti, oltre che le modalità di svolgimento del referendum, rimettendo tutti questi profili, essenziali per sancire la partecipazione popolare, alla legislazione regionale".

"Ho ricordato ai Commissari - spiega ancora Pellegrino - che le Minoranze in Consiglio regionale, hanno pesantemente criticato il lapidario emendamento all'articolo 5 votato alla Camera, ritenendolo un colpo contro la democrazia, nefasto strumento per limitare ulteriormente la partecipazione popolare e allontanare sempre più l'elettorato. Il fatto che in uno statuto di specialità sia previsto che gli elettori possano pronunciarsi su leggi così importanti, scritte e approvate dalla Maggioranza di governo, ma non ancora promulgate, integra la partecipazione popolare come elemento essenziale alla formazione dell'azione regionale, direi della sua stessa identità giuridica ed etica". "Ho auspicato - precisa ancora la consigliera di Alleanza Verdi e Sinistra - che la Commissione valuti il valore e l'importanza politica del vigente articolo 5 dello statuto, ne mantenga l'assetto esistente con la previsione dettagliata del referendum confirmativo in materia di leggi di governo ed elettorali della Regione, evitando il rischio di un vulnus gravissimo alla democrazia nel Friuli Venezia Giulia e, quindi, anche alla tutela delle minoranze politiche". "Va ribadito, inoltre - sottolinea Pellegrino -, che è fondamentale, nell'ordito legislativo con cui si costruisce questa riforma, non usare l'espressione 'enti di area vasta'". Alla Camera sono stati presentati specifici emendamenti per introdurre la parola Province, termine con cui si definisce, nel quadro costituzionale, l'ente intermedio che non è semplicemente un ente di area vasta. È evidente che si debba intervenire sulla legge Delrio per riavere, anche in regione Fvg, gli enti intermedi eletti dai cittadini a far da contraltare alle politiche della Regione, a fornire servizi in risposta agli specifici bisogni delle comunità nella dimensione intercomunale e aprire spazi di partecipazione che coinvolgano tutta la società".

"Dopo dieci anni di applicazione delle varie riforme sono emerse tutte le criticità: legiferare sulla materia che definisce l'assetto e l'architettura istituzionale della nostra democrazia - conclude Pellegrino - è iniziativa delicata e va maneggiata con cura, ma che sia necessario farlo è ormai evidente e si deve procedere senza esitazione". ACON/COM/sm



  • Serena Pellegrino (Avs)
    Serena Pellegrino (Avs)