EDILIZIA. CAPOZZI (M5S): NO A DDL 54, MANCANZA DI DIALOGO E CHIAREZZA
(ACON) Trieste, 1 lug - "Il testo, cosi come modificato, non ci
piace per nulla. Il documento, infatti, evidenzia ancora una
volta un dialogo unilaterale, visto e considerato che non c'è
stata la chiarezza di dirci verso dove si voleva tendere. Il
riferimento è chiaramente rivolto alle norme igienico-sanitarie,
nei confronti delle quali sono state allargate ulteriormente le
maglie, spostando così la nostra posizione da quella legata a un
voto di astensione a un'espressione del tutto contraria".
Lo ribadisce la consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento
5 Stelle), esprimendo in una nota stampa le considerazioni
precedentemente manifestate in Aula nel corso delle dichiarazioni
di voto, dopo aver, a sua volta, proposto un emendamento nel
corso dell'esame del disegno di legge 54, relativo alle modifiche
al Codice regionale dell'edilizia.
"Nello specifico, non possiamo condividere - spiega - l'istanza
per rendere abitabili vani che, fino a questo disegno di legge,
non lo erano per via della mancanza del requisito dell'altezza
legato a questioni igienico-sanitarie. Proprio qui viene superato
il concetto di sanatoria in sé, attraverso emendamenti che
riscrivono le logiche dell'abitare, prevedendo la conformità alle
norme igienico-sanitarie per i locali con un altezza minima
inferiore a 2,50 metri, fino a un massimo di 2,10. Lo stesso
avviene per gli alloggi fino a un limite di 28 metri quadrati per
due persone".
"Il ddl portato davanti all'Assemblea legislativa - prosegue
l'esponente pentastellata - non si limita solo a recepire il
decreto del ministro Salvini, il cosiddetto 'salva casa',
documento tecnico che si sostanzia in una sanatoria in virtù
delle innumerevoli tolleranze da esso previste, ma attraverso gli
emendamenti presentati dalla Maggioranza viene trasformato in una
modifica delle logiche dell'abitare".
"Ben vengano - sottolinea la rappresentante del M5S - le norme
che consentono ai cittadini di sanare piccole difformità edilizie
derivanti da costruzioni non completamente conformi edificate nel
passato, facilitando così l'accesso agli incentivi fiscali e
accelerando i processi di compravendita immobiliare, nonché il
riuso di edifici abbandonati. È anche vero che, benché le
sanatorie concettualmente ci piacciano poco, non siamo
ideologicamente contrari a questa soluzione. A patto però che si
tratti di leggi molto precise e circoscritte esclusivamente alla
gestione delle mancate conformità che afferiscono edifici
esistenti e che hanno una loro originaria legittimità".
"L'obiettivo deve essere quello di semplificare gli iter
burocratici per il cittadino, ma si deve essere equi - precisa
Capozzi - anche nei confronti di coloro che rispettano le regole,
evitando che le maglie vengano allargate eccessivamente. Ed è
proprio quello che, invece, è stato fatto attraverso gli
emendamenti proposti dalla Maggioranza e, pertanto, il nostro
voto non poteva che essere contrario".
ACON/COM/sm