IA. AUDIZIONI IN VI COMM/2. DIBATTITO: IL RISCHIO DELL'IMPIEGATO ROBOT
(ACON) Trieste, 16 lug - Osservazioni, considerazioni,
richieste di chiarimento. E vere e proprie domande, come quelle
che riguardano il problema del plagio relativo a oggetti di
design (Serena Pellegrino, Avs), le ricadute dell'Ia
sull'occupazione anche nella pubblica amministrazione con lo
spettro dell'impiegato-robot (Massimiliano Pozzo, Pd), il
possibile ruolo della Regione Fvg (Francesco Russo, Pd) e la
capacità o meno di governare l'enorme flusso di dati e conoscenze
dato in pasto all'intelligenza artificiale (Carlo Bolzonello, Fp).
La seconda parte dell'audizione organizzata dalla VI Commissione
del presidente Roberto Novelli (FI) si è trasformata in un
dibattito molto aperto, a conferma dell'attualità del tema
dell'impatto dell'intelligenza artificiale in tutti i settori
della società.
Oltre ai consiglieri già citati, è intervenuta Rosaria Capozzi
(M5S), preoccupata "dei dati incompleti e sbilanciati che
potrebbero essere offerti all'interpretazione delle macchine"
nonché "degli aspetti legali e dei riflessi di questa automazione
spinta nel mondo del lavoro", mentre Laura Fasiolo (Pd) ha posto
l'accento "sull'autonomia della didattica rispetto alla
cosiddette macchine per insegnare", insistendo sulla necessità di
formare i docenti.
Da Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) è partita la proposta, poi
generalmente condivisa dagli auditi, di "istituire un tavolo di
lavoro stabile tra la Regione e gli enti". Honsell ha inoltre
insistito "sui costi energetici dell'Ia: mi aspettavo che se ne
sarebbe parlato di più". Dal dem Russo, che ha ricordato
l'importante convegno promosso in Aula l'anno scorso sul tema Ia,
è invece arrivato l'invito ad "accompagnare le aziende del Fvg
nell'utilizzo di uno strumento che non è ancora completamente
entrato nel ciclo produttivo", mentre Pellegrino ha espresso
preoccupazione anche "sulla percentuale di informazioni errate
fornite ai sistemi, che in futuro potremmo non essere più in
grado di riconoscere".
Il presidente Novelli ha invece chiesto agli ospiti chiarimenti
sulla "scala" dei modelli da affidare all'Ia, preoccupato che il
numero dei dati raccolti a livello regionale possa essere
insufficiente per fornire risposte attendibili. "Dipende dal
contesto - ha osservato Agostino Dovier di Uniud -: se dobbiamo
studiare la fauna di Trieste, non ci servono i dati mondiali".
Altri rappresentanti di istituzioni ed enti hanno risposto alle
sollecitazioni, chiarendo ad esempio i dubbi legali ("L'Ia non è
un soggetto giuridico, e in molti casi le regole attribuiscono
tutti i rischi all'utente che utilizza questi sistemi per trarne
beneficio").
Gran parte degli auditi ha accolto con favore l'idea di un tavolo
di confronto, con una specificazione da parte del presidente di
Friuli Innovazione, Stefano Casaleggi, convinto che "servirebbero
tavoli suddivisi per specialità in quanto oggi abbiamo parlato di
tutto, e si rischia di volare altissimo per poi perdersi".
Confermato anche il problema del costo energetico dei sistemi di
Ia, che rischia di aumentare in modo esponenziale e che renderà
necessaria un'operazione anti-sprechi.
Novelli ha poi affidato le conclusioni dell'incontro a Ketty
Segatti, direttore centrale della Regione in materia di ricerca e
innovazione, che ha elencato i punti di forza e di debolezza del
sistema Fvg: "La Sis, della quale fanno parte anche i
conservatori di musica, è un asset unico a livello nazionale,
mentre restiamo sotto la media europea in quanto a educazione
terziaria e grado di conoscenza degli impiegati nelle aziende e
nelle imprese innovative". Rispetto al tema dell'Ia la Regione
può svolgere quattro diversi ruoli, "quello di partner degli
enti, di fruitore, di finanziatore e di soggetto che fornisce
indirizzi di policy".
2 - fine
ACON/FA-fc