FEMMINICIDI. MARCOLIN (CRPO): DDL SVOLTA EPOCALE A CONTRASTO VIOLENZA
(ACON) Trieste, 24 lug - "Un primo, importantissimo traguardo.
Un cambio culturale, questa la definizione bipartisan. Di certo,
quando si decide per la libertà e la piena parità dei diritti,
non esiste colore politico. Stiamo costruendo una società più
giusta, in cui l'esercizio dei diritti non deve essere ostacolato
dalle differenze di genere". E' il commento unanime di Dusy
Marcolin, presidente della Commissione regionale pari opportunità
del Friuli Venezia Giulia (Crpo Fvg), con Anna De Gaio,
Coordinatrice nazionale delle Commissioni pari opportunità, a
seguito dell'approvazione unanime, in Senato, del disegno di
legge sul femminicidio quale reato autonomo.
"Siamo particolarmente soddisfatte perché questo è un lavoro
frutto di un impegno congiunto del Parlamento, che dimostra la
compattezza della strategia di combattere la violenza superando
le divisioni di colore politico - afferma la Marcolin -. Definire
il reato di femminicidio, finalmente, significa riconoscerne la
specificità rispetto ad altri reati violenti. Era opportuno,
infatti, stabilire in legge che il femminicidio si configura in
presenza di atti di odio, discriminazione, controllo o dominio
sulla vittima in quanto donna o in relazione al rifiuto di una
relazione affettiva o alla limitazione delle sue libertà
individuali e prevede l'ergastolo".
"Inoltre la norma prevede maggiore prevenzione e
sensibilizzazione sul tema e, tra le tante novità, molto
importante è quanto previsto per gli orfani di femminicidio e per
tutti i minori privati della madre se uccisa in quanto donna,
anche se l'omicida non aveva un legame affettivo con lei. Infine
- aggiunge la presidente della Crpo Fvg - non si potevano
dimenticare i figli di donne sopravvissute a tentativi di
femminicidio, ma rimaste gravemente compromesse tanto da non
poter più prendersi cura di loro. Insomma un vero, grande passo
in avanti".
"L'approvazione del ddl sul femminicidio - spiega ancora la nota
congiunta - segna una svolta storica e rappresenta la conquista
di una società democratica e matura che, prendendo atto della
gravità della condotta di chi uccide una donna, ha qualificato
come tale il delitto commesso quale 'atto di odio o di
discriminazione o di prevaricazione o come atto di controllo o
possesso o dominio in quanto donna, o in relazione al rifiuto
della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o
come atto di limitazione delle sue libertà individuali'".
Le due rappresentanti delle Commissioni di parità ora sono "in
attesa del passaggio del provvedimento alla Camera per
l'approvazione definitiva che introdurrà una fattispecie
specifica di omicidio, aggiungendo il nuovo articolo 577 bis al
codice penale. Tale intervento normativo va nella direzione della
tutela dei diritti delle donne, contribuendo a creare una società
più giusta e consapevole del problema della violenza di genere.
Questa notizia costituisce uno sprone per noi, per lavorare
sempre più alacremente nell'ottica della costruzione di una
società giusta, in cui l'esercizio dei diritti non sia ostacolato
dalle differenze di genere".
ACON/COM/rcm