INFRASTRUTTURE. CAPOZZI (M5S): NODO UD, COMMISSARIO PORTI TRASPARENZA
(ACON) Trieste, 15 set - "Nei giorni scorsi, abbiamo appreso
dagli organi di informazione dell'ennesimo annuncio del ministro
Salvini in merito allo stanziamento di nuovi fondi messi a
disposizione per il nodo di Udine. Tuttavia, appurato che avremo
un commissario straordinario per completare l'opera, sono più che
mai numerosi gli interrogativi ai quali Rfi, Comune di Udine e
Regione Friuli Venezia Giulia devono ancora rispondere".
La consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle),
annunciando una nuova interrogazione sul nodo ferroviario di
Udine, riprende la parola in merito al delicato tema delle
infrastrutture del capoluogo friulano, aggiungendo che
"innanzitutto sarebbe interessante sapere come mai un progetto
che, fin alla primavera del 2023, avrebbe dovuto costare circa
200 milioni di euro, adesso ne costerà almeno 390. Nessuno lo
afferma a voce alta e sembra persino che sia una cosa normale e
scontata il fatto che, in Italia, un'opera pubblica finisca per
costare sempre il doppio rispetto a quanto inizialmente definito
insieme allo studio iniziale. Anche perché, ovviamente, qualcuno
questi calcoli e questi prospetti li avrà pur elaborati".
"Non è mai stato reso pubblico - ricorda la Capozzi - il
cronoprogramma che Rfi avrebbe dovuto presentare già nel dicembre
2024. Fra poco sarà passato un anno, ma i cittadini ancora non
hanno avuto la possibilità di esaminarlo. Intanto, però,
scopriamo che l'assessore regionale Amirante ne è già in
possesso, vista la sua convinzione che la nomina del commissario
servirà a rispettarne i tempi. Perciò chiediamo per l'ennesima
volta che il cronoprogramma in questione sia reso pubblico".
"E' poi curioso sapere che nel 2025 si prevede di spendere 90
milioni di euro - precisa la pentastellata - ma anche che,
proprio grazie alla nomina del commissario, sarà possibile
utilizzarne 51 subito e 40 appena nel 2026. A noi pare che già
questa, come prima mossa, porti al rallentamento delle operazioni
e non certo alla loro doverosa velocizzazione".
"Inoltre, rimane anche un altro problema ben tangibile: con
questi 51 milioni di euro, gli unici stanziati da Salvini da
quando si è insediato (ovvero 17 milioni l'anno), ne
mancherebbero ancora ben 210 per completare le altre sei fasi",
sottolinea la rappresentante del M5S, chiedendosi se qualcuno sia
davvero convinto che "a partire dal 2030 non ci saranno più
passaggi a livello operativi a Udine".
"L'ultimo interrogativo - conclude la Capozzi - riguarda proprio
la nomina del commissario stesso. Qualcuno, infatti, ci deve
convincere sui motivi di tale entusiasmo pubblicamente
sventolato. Come se il commissario avesse dei super poteri
mentre, come abbiamo potuto verificare dai fatti concreti, su
altre grandi opere tale figura non si è rivelata utile a
risolvere granché".
ACON/COM/rcm