ASSESTAMENTO BIS. PELLEGRINO (AVS): TUTELA SETTORE CANAPA INDUSTRIALE
(ACON) Trieste, 10 ott - "In un mini Assestamento da 277
milioni, una cifra considerevole per essere definito 'mini'
persino per Regioni ben più grandi della nostra, non ammettere un
emendamento, che andasse a tutelare delle attività
agro-industriali colpite da una legge che ha inginocchiato un
settore in crescita e che insistono sul nostro territorio, lo
trovo non lungimirante".
Così, in una nota, la consigliera regionale Serena Pellegrino,
Alleanza Verdi Sinistra, a margine della discussione del ddl 62
misure finanziarie multisettoriali 2025.
"Si trattava di una correzione che avrebbe istituito un fondo di
ristoro a favore dei coltivatori di canapa industriale che hanno
subito un blocco delle attività economiche dovuto a
interpretazioni restrittive della norma e quindi una sospensione
della vendita dei derivati. Il mio provvedimento - prosegue
Pellegrino - mirava a sostenere un comparto agricolo innovativo
che avrebbe contribuito alla tutela del reddito dei produttori e
alla valorizzazione delle colture alternative, senza dimenticare
i tanti operatori del settore che sono stati licenziati per
giusta causa".
"Voglio ricordare ancora una volta che l'indotto della canapa
industriale abbraccia settori come l'agricoltura, il tessile,
l'edilizia, l'alimentare e il farmaceutico, generando un valore
economico significativo e conseguenti posti di lavoro -
sottolinea la vicepresidente della IV Commissione -. Le aziende
agricole coltivano la canapa per la produzione di semi e fibre,
mentre l'industria la trasforma in una vasta gamma di prodotti,
dai tessuti e materiali da costruzione alle bioplastiche e ai
cosmetici. In altre parole una sorta di panacea che visioni
ottuse e poco lungimiranti costringono alla chiusura,
disinteressandosi e demonizzando le circa 800 aziende agricole
dedite alla coltivazione della cannabis light, le 1500 ditte
specializzate nella trasformazione e gli oltre 10 mila i
lavoratori impiegati in Italia, con un gettito fiscale pari a 150
milioni di euro l'anno".
"Ancora più grave è sapere che, mentre in regione si distruggono
interi raccolti, oltre confine la coltivazione e la raccolta del
prodotto vengono regolarmente effettuate e nella totale
legalità", conclude la nota.
ACON/COM/mv