LAVORO/4. DISCUSSIONE: PELLEGRINO E DI BERT, POI CHIUDE MORETTI
                    
                    
  (ACON) Trieste, 28 ott - "Il disegno di legge 59 nasce con
ambizioni importanti ma presenta ancora troppe zone grigie, da
qui i nostri emendamenti": parola di Serena Pellegrino (Avs)
parlando del ddl sull'innovazione sociale, che "non può restare
uno slogan ma deve diventare un vero metodo di governo, capace di
tenere insieme sviluppo, equità e diritti. Per questo proponiamo
che ogni contributo regionale sia legato al rispetto dei
contratti collettivi, alla parità di genere e alla stabilità
occupazionale. E rispetto dei contratti collettivi, anche verso i
lavoratori stranieri, altrimenti sarebbe disparità sociale", ha
detto in Aula. La consigliera ha riaffermato la necessità di
politiche familiari inclusive, che tengano conto della parità di
genere e delle esigenze delle giovani madri, indipendenza
economica inclusa. Pellegrino si è poi dichiarata preoccupata
"della graduale privatizzazione dei consultori familiari a cui si
sta assistendo", mentre "l'attrattività di un territorio non si
misura solo con le campagne di marketing, ma con la qualità della
vita, dei servizi e del lavoro". 
"Il Friuli Venezia Giulia deve essere un territorio dove vivere,
lavorare e studiare siano il frutto di una scelta di qualità e
non di necessità" secondo Mauro Di Bert, capogruppo di Fedriga
presidente, intervenuto anche lui sul ddl 59, che ha poi definito
"un provvedimento nato dalla volontà di rispondere in modo
innovativo ai bisogni della società, contrastando la fuga dei
talenti e favorendo un'immigrazione qualificata attraverso un
sistema integrato di politiche pubbliche che sappia incidere su
occupazione, formazione, welfare, servizi e abitare, riuscendo a
creare presupposti per conciliare al meglio famiglia e lavoro".
Quanto agli obiettivi, per Di Bert si vuole "potenziare le
politiche per la genitorialità, sostenere il potere d'acquisto
delle famiglie, garantire equità di accesso ai servizi e
rafforzare la formazione e l'internazionalizzazione del sistema
scolastico e produttivo".
Un monito, invece, è arrivato da Diego Moretti, capogruppo del
Pd, ultimo a intervenire nella discussione generale: "Qui non si
parla di immigrazione incontrollata, come detto da qualcuno, ma
di lavoratori che si trovano in Fvg perché richiesti dalle nostre
aziende o perché vi lavorano già da tempo. E se c'è una
richiesta, significa che c'è carenza di certe qualifiche".
Moretti ha quindi invitato tutti a non utilizzare il
provvedimento a scopi ideologici e ha denunciato che "il Governo
regionale non pare sapere cosa faccia quello nazionale", andando
poi a leggere alcune parti del memorandum sottoscritto dai
ministri dell'Interno e degli Esteri sui permessi di lavoro per
cittadini bengalesi. "Le iniziative abitative inserite nel ddl 59
per chi verrà a lavorare nella nostra regione - ha poi fatto
notare - sono già oggi offerte da imprenditori o associazioni di
categoria; abbiamo preparato degli emendamenti di modifica, il
nostro voto al provvedimento dipenderà da come saranno accolti".
4 - segue
ACON/RCM-fc