CR: presentata mostra "La Serbia e i Serbi 1914-1918"
(ACON) Trieste, 11 lug - AB - Presentata dal vicepresidente del
Consiglio regionale del FVG Paride Cargnelutti la mostra "La
Serbia e i Serbi nel periodo storico tra il 1914 e il 1918", nata
da un'iniziativa congiunta con l'Archivio di Belgrado e la
Comunità religiosa Serbo-Ortodossa di Trieste, con la quale il
Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia vuole rendere
omaggio, nel centenario di quegli avvenimenti, a una componente
importante del tessuto cittadino di Trieste e dell'intera
regione.
Cargnelutti, assieme al vicepresidente Igor Gabrovec e ai
consiglieri Emiliano Edera e Giulio Lauri, ha richiamato la
drammaticità del momento storico rappresentato dalla
proclamazione della guerra contro la Serbia da parte dell'Impero
austro-ungarico il 28 luglio 1914, che la fece diventare il primo
Stato militarmente attaccato nella Prima guerra mondiale e il
luogo dove furono commessi i primi terribili crimini contro la
popolazione civile.
Nella mostra, curata dall'Archivio della Serbia, uno dei
documenti esposti è proprio il telegramma della proclamazione
della guerra da parte dell'Austria Ungheria. Il telegramma
originale è iscritto nella Lista dell'Unesco "Memorie del mondo".
Con questa la mostra - ha sottolineato Cargnelutti - si vuole
presentare al pubblico l'immagine del martirio del popolo serbo
nella Prima guerra mondiale, contribuendo in questo modo alla
comprensione più completa del grande calvario della civiltà che
afflisse l'umanità negli anni 1914-1918.
Il fatto che l'inaugurazione, giovedì prossimo (13 luglio) sia
stata preceduta da due conferenze stampa, a Belgrado e a Trieste
- ha aggiunto Edera - alla presenza delle più alte cariche
istituzionali, costituisce la prova dell'importanza che riveste
questo straordinario evento.
Sono diverse - ha quindi sottolineato il direttore dell'Archivio
della Serbia Miroslav Perisic - le ragioni dell'allestimento
della mostra a Trieste, da quelle storiche ai rapporti di
collaborazione con la città capoluogo del FVG.
Scegliere tra il mezzo milione di documenti non è stato facile -
ha aggiunto - ma quelli esposti sono la migliore testimonianza
non solo del martirio di un popolo, ma anche di episodi di
umanità che non hanno eguali, come quello che vide medici
volontari e medici militari serbi che, oltre ai militari e civili
serbi feriti e malati, curavano pure i prigionieri
austro-ungarici colpiti dal tifo.
I documenti e le fotografie raccontano tutti gli eventi più
importanti: la proclamazione della guerra, il bombardamento di
Belgrado, i crimini austro-ungarici contro la popolazione civile
serba subiti dopo l'inizio della guerra, le grandi vittorie serbe
nelle prime battaglie sulla montagna Cer e di Kolubara nel 1914,
l'occupazione austroungarica e bulgara 1915-1918, il ritiro
dell'esercito serbo insieme a bambini, donne, re e Comando
supremo attraverso l'Albania verso Corfù nel 1915 e la fame, le
sofferenze e la morte che lo caratterizzarono, l'attacco della
Bulgaria e i crimini del suo esercito contro la popolazione
rimanente, il destino di civili e bambini portati nei lager
austroungarici, i rapporti della Serbia con gli alleati e la loro
azione militare congiunta, lo sfondamento del fronte di Salonicco
e il ritorno vittorioso dell'esercito serbo in patria con la sua
liberazione definitiva.
Alcune sezioni sono dedicate ai rapporti italo-serbi, ovvero alla
solidarietà dell'Italia con la Serbia e con il suo esercito nella
Prima guerra mondiale e al destino dei serbi e della loro
comunità a Trieste nel periodo bellico.
Un valore aggiunto dell'iniziativa a mostra - ha concluso
Cargnelutti - è rappresentato dai documenti e dalle fotografie
che testimoniano i destini dei singoli, delle famiglie, la vita
sotto l'occupazione e tutte le atrocità che facevano parte della
triste quotidianità della guerra.
L'importanza della Comunità religiosa Serbo-Ortodossa a Trieste è
stata quindi messa in evidenza dal suo presidente Zlatimir
Sleakovic, una comunità che nel 2016 ha festeggiato i 260 anni
della sua presenza ufficiale in città: oggi sentiamo forte
l'impegno a mantenere il ruolo che abbiamo avuto finora, a
continuare a contribuire allo sviluppo di Trieste e a essere un
punto di collegamento tra due Paesi amici.
I documenti esposti provengono dall'Archivio di Belgrado e da
quello della Comunità religiosa Serbo-Ortodossa di Trieste, che
ha anche edito il catalogo; autori della mostra sono Miroslav
Perisic e Jelica Reljic.
(foto, immagini tv)