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Cyberbullismo: Zanin a webinar, educare e spiegare i rischi della Rete

03.05.2021
18:20
(ACON) Udine, 3 mag - Proteggere bambini e ragazzi dal lato oscuro del telefonino. Educarli a diventare consapevoli dei rischi anche attraverso emozioni e sentimenti suscitati dai film. Perché davvero prevenire è meglio che curare.

Di questo si è parlato nel webinar organizzato dal Garante regionale dei diritti della persona, Paolo Pittaro, in collaborazione con il Sistema delle mediateche Fvg. Un incontro on line rivolto a docenti e formatori e seguito da ben 150 persone, che ha messo in evidenza il ruolo educativo di due recenti lungometraggi, l'americano "Zootropolis" e il giapponese "La forma della voce", introdotti e commentati rispettivamente da Giulia Cane, responsabile della didattica dell'audiovisivo alla mediatica Quargnolo di Udine, e Manuela Morana, formatrice alla Cappella Underground di Trieste.

L'appuntamento, il secondo della serie "Schermi e immagini contro bullismo e cyberbullismo" dopo l'esperienza di febbraio, è stato introdotto da Piero Mauro Zanin, che ha lodato l'iniziativa del Garante.

"State affrontando - ha detto il presidente del Consiglio regionale - un problema che è stato amplificato dalla pandemia e che è legato all'uso degli strumenti web. Oltre alle iniziative di repressione - ha aggiunto Zanin, andando al cuore dei temi affrontati poi nel dibattito - credo sia necessaria una grande alleanza tra legislatori, formatori, scuola, famiglie e forze dell'ordine. I messaggi e le foto che trasmettiamo rimangono in Rete, ma spesso i ragazzi non ne hanno la necessaria consapevolezza, anche perché si è abbassata drasticamente l'età in cui si comincia a utilizzare i vari strumenti digitali".

Tema, quello della precocità, approfondito poi dalla vicepresidente del Corecom, Antonella Eloisa Gatta, durante il dibattito - coordinato da Raffaella Canci, responsabile del Sistema regionale delle mediateche - che è seguito alla proiezione degli spezzoni di film. "All'inizio degli anni Duemila l'età media in cui si riceveva il primo smartphone era di 13-14 anni, nel 2017 si è abbassata a 8-10 anni al massimo", ha reso noto Gatta, che ha poi approfondito le caratteristiche del cyberbullismo, "aterritoriale e atemporale" a differenza di quello in presenza. "Noi consideriamo scontato - ha concluso - insegnare a un bambino a camminare in un ambiente sicuro e protetto, e lo stesso si dovrebbe fare per i primi passi sul web".

"Dietro uno schermo i giovani si sentono a loro agio, abbassano le barriere protettive - ha spiegato invece Manuela De Giorgi, dirigente della Polizia postale Fvg - e chattano con sconosciuti, confidando segreti e inviando foto senza grande consapevolezza dei rischi". E' per questo che nel primo anno della pandemia i reati sul web sono aumentati del 132 per cento. De Giorgi ha ricordato agli educatori in ascolto che esiste l'importante figura del referente per il bullismo a scuola, e che è possibile chiedere ai gestori la rimozione dei contenuti offensivi finiti in Rete. Anche lo strumento dell'ammonimento del Questore andrebbe utilizzato di più.

Daniele Fedeli, docente di pedagogia speciale all'Università di Udine, ha introdotto il concetto di "disimpegno morale" per spiegare i problemi di aggressività e violenza. "Probabilmente - ha detto - il bullo sa quel che sta facendo, ma mette in atto meccanismi che gli consentono di minimizzare e mantenere un'immagine positiva di se stesso". Alla base c'è anche un disimpegno emotivo, il non sentirsi coinvolti in quello che sta accadendo. Per questo Fedeli invita i docenti "a investire di più sullo sviluppo emotivo dei bambini", e si augura che "il ritorno alla scuola in presenza non ci porti all'ossessione per il programma da recuperare, dimenticando l'aspetto emotivo". ACON/FA



Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, durante il webinar