GARANTE PERSONA. CONNESSIONI DIGITALI, STOP POVERTÀ EDUCATIVA GIOVANI
(ACON) Trieste, 16 gen - "L'atto di trasmettere nuove e sempre
più sofisticate conoscenze a giovani e giovanissimi, attraverso
la loro educazione, deve avvenire in maniera corretta. Non solo
tecnicamente efficace in quanto a modalità d'accesso e di
utilizzo degli strumenti digitali, ma anche e soprattutto sotto
il profilo sociale, perché il web è un mondo e un mezzo di
comunicazione che richiede necessariamente una correttezza
nell'approccio che vada in due sensi. Verso l'altro, certo, ma
esigendo altresì la medesima correttezza nei propri confronti,
linguaggio compreso".
Lo ha sottolineato, nella sala multimediale Tessitori di piazza
Oberdan a Trieste, il Garante regionale dei Diritti della
persona, Paolo Pittaro, nell'indirizzo di saluto che ha preceduto
l'incontro "Connessioni digitali - Per una cittadinanza digitale
attiva e consapevole", da lui stesso organizzato in
collaborazione con l'Associazione Diritti e Storti.
"È perciò importante - ha aggiunto - che tutti i professionisti e
i soggetti protagonisti di tale, indispensabile, forma di
educazione si muovano tenendo sempre presenti i profili tecnici,
etici e sociali".
L'evento, al quale era possibile partecipare sia in presenza che
in streaming, era dedicato a docenti ed educatori della scuola
secondaria di primo grado. Nel corso dei lavori è stato anche
presentato il progetto "Connessioni digitali", proposta di
curriculo digitale operativo triennale (promossa da Save the
Children Italia, Cooperativa sociale Edi e Cremit) sperimentata
in 100 scuole nazionali (la maggior parte al sud e il 26% al
nord), allo scopo di contribuire a ridurre la Povertà educativa
digitale (Ped) di bambini e ragazzi che vivono in contesti
deprivati attraverso l'acquisizione di competenze digitali di
base.
Un primo bilancio annuale, pubblicato nel novembre 2022, parla di
57 città interessate in 17 regioni, più di mille insegnanti e
seimila studenti coinvolti. Il 90% dei docenti ha detto che la
metodologia ha realmente motivato gli alunni, il 95% ha rimarcato
un impatto positivo e l'85% ha evidenziato il raggiungimento di
una maggiore confidenza con gli strumenti digitali.
"Si tratta di un tema a me molto caro, sia a livello personale
che legato alla carica che ricopro. Le nuove generazioni - ha
concluso Pittaro - nascono come nativi digitali e, rispetto a
noi, assorbono presto specifiche conoscenze. Tuttavia, parliamo
di Ped - privazione delle opportunità di apprendere, ma anche di
sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità,
talenti e aspirazioni, attraverso l'utilizzo responsabile, etico
e creativo degli strumenti - e, a causa di motivazioni sociali,
economiche o geografiche, non a tutti viene concesso un accesso
corretto".
I lavori, moderati e commentati con l'utilizzo di numerose slide
dalla formatrice Serena Colautti, sono stati caratterizzati dagli
interventi on line di Mauro Cristoforetti (presidente della
cooperativa Edi) che ha sottolineato il rilievo dato a una
specifica educazione civica, attraverso la trasformazione delle
aule scolastiche in autentiche redazioni giornalistiche. Il fine?
Creare una cittadinanza attiva, facendo comprendere il valore
dell'esperienza, grazie a un percorso graduale tra svago,
formazione e comunicazione. Nozioni di scrittura sul web, dunque,
per approdare anche a storytelling e marketing sociale, fino a
podcast, recensioni e inchieste.
"Gli ambienti on line cambiano le dinamiche di spazio e tempo -
ha spiegato Colautti - e provocano ripercussioni sulla
quotidianità, dove l'informazione ha valore solo per chi sa cosa
farne e come contrastare le tendenze negative con i giusti
strumenti, facendo esprimere il proprio pensiero e la propria
identità in un ambiente sicuro a un target di età tra i 12 e i 14
anni".
Cristoforetti, dal canto suo, ha sottolineato la strategicità
della pedagogia dei diritti, mentre la l'educazione civica
digitale diventa una materia ponte per aiutare anche a valutare i
messaggi e, in caso di condivisione o commento successivi, ad
assumersi la responsabilità nei confronti dei referenti.
Ancora Colautti, infine, ha auspicato che "la scuola non si
ritrovi mai sola nel supportare pensatori creativi e
multidisciplinari, davanti a un sovraccarico di informazioni
sempre più precoce. È ormai difficile distinguere il vero dal
falso e la cittadinanza digitale passa proprio di qua: da
consumatori passivi a critici e produttori responsabili di nuovi
contenuti".
ACON/DB-fa