News


FVG-CROAZIA. CONVEGNO A TS: SCHENGEN PIÙ IMPORTANTE DI ADESIONE A UE

24.01.2023
19:12
(ACON) Trieste, 24 gen - Un ampio dibattito sulla Croazia nell'area Schengen, sotto l'aspetto storico, culturale, economico, sociale e del mondo del lavoro. La seconda parte del convegno organizzato da Comunità croata di Trieste e Consiglio regionale del Fvg - moderato da Piero Mauro Zanin - ha dato voce ad esperti che hanno approfondito problemi e opportunità della grande novità geopolitica del 2023.

Georg Meyr, docente di Storia delle relazioni internazionali all'Università di Trieste, ha sottolineato - riprendendo uno degli argomenti lanciati dal presidente del Consiglio regionale - il tema delle "accelerazioni improbabili che hanno caratterizzato l'avvicinamento di alcuni Paesi all'Unione europea", sottolineando come "la novità Schengen per la Croazia sia ancora più importante dell'adesione all'Unione Europea di dieci anni fa, che tutto sommato per l'uomo della strada non aveva rilevanti effetti pratici nella vita quotidiana".

La giornalista e scrittrice Rosanna Giuricin Turcinovich ha invece centrato il suo intervento sul senso di appartenenza delle diverse comunità in Croazia, facendo riferimento all'arma a doppio taglio del censimento. Giuricin ha poi invitato "a chiederci cosa vogliamo noi dall'Unione Europea, più che domandarlo agli altri". Gli aspetti culturali della collaborazione tra i due Paesi sono stati invece affrontati da Ervin Dubrovic, scrittore e direttore dei Civici musei della città di Fiume.

Grande spazio anche ai riflessi sull'economia. Lo spedizioniere Francesco Parisi, dell'omonima e storica società triestina, vede l'ingresso della Croazia in Schengen come "un ulteriore superamento della claustrofobia che abbiamo vissuto a lungo nel Ventesimo secolo". Con riflessi positivi sull'economia: "Nei traffici portuali viviamo un periodo di grande sviluppo, grazie all'ingresso nell'Ue di nazioni che rappresentano il nostro naturale hinterland".

Michele Berti, sindacalista della Uil e presidente del Consiglio interregionale italo-croato, ha messo il dito nella piaga del lavoro nero transfrontaliero che vede come "il grande assente di questo dibattito". "Abbiamo ancora - ha osservato Berti - un mercato connotato da molto lavoro irregolare, un fatto inaccettabile per i sindacati, e per cambiare questa situazione è necessario l'impegno di tutte le istituzioni, specie della Regione che può svolgere un importante ruolo di regia". Berti ha fatto riferimento al settore del lavoro domestico, ma anche all'edilizia "e alla logistica portuale, nella quale sono impiegati in Italia molti lavoratori provenienti dalla Croazia", ricordando quanto il fenomeno del sommerso sottragga alle casse dello Stato in termini di gettito Irpef e contributi previdenziali.

Tutta incentrata sul sociale la relazione di Drago Kraljevic, già ambasciatore della Repubblica di Croazia a Roma, oltre che scrittore. Kraljevic ha voluto distinguere i due passaggi storici del 1. gennaio: da una parte c'è l'ingresso nell'area Schengen - "sostenuta a livello politico da quasi tutti i partiti e molto popolare tra la gente", per quanto la nuova situazione internazionale imponga al Paese di presidiare le frontiere esterne dell'Ue anche sotto il profilo del controllo dell'immigrazione clandestina - dall'altra esistono perplessità e dubbi sull'ingresso nell'area dell'euro.

"L'anno scorso - ha raccontato l'ex ambasciatore - meno di un terzo dei cittadini riteneva che la Croazia fosse pronta per l'euro, temendo un aumento dei prezzi che purtroppo è poi avvenuto. Bisogna ricordare che in Croazia le pensioni sono 4 volte inferiori rispetto a Italia e Francia, con 600mila anziani che vivono sull'orlo della povertà e una crescente carenza di lavoratori a tutti i livelli che potrebbe portare a un ulteriore aumento dell'emigrazione, quando la popolazione complessiva è già calata quasi del 10 per cento in dieci anni".

Più ancorato al filo delle emozioni l'intervento finale, del giornalista Mauro Manzin, che per Il Piccolo di Trieste segue da tempo l'area dei Balcani. Manzin ha ricordato "quello che per i triestini era il confine per antonomasia, la Jugoslavia, nella quale si andava e veniva spesso, ma sempre con un po' di adrenalina" e gli sviluppi successivi.

Manzin auspica che venga abbattuta l'idea del confine come "altro", per non riproporre le ricette sovraniste che innalzano muri, "creando nemici esterni per non guardare in casa propria". "Ora forse il confine non esiste più nella mente della gente - ha osservato il giornalista - anche perché sono state create le infrastrutture per il transito di idee e gente, di sensazioni e lavoratori. E l'Europa è proprio questo, il fatto che io di recente abbia acquistato un paio di scarpe a Lubiana perché ormai in Slovenia e Croazia si trova tutto quel che c'è a Trieste. Significa che gli alibi sono finiti: siamo nella stessa barca e viaggiamo nella stessa direzione. Perciò andiamo avanti, consci della propria identità ma nella direzione degli altri, come suggeriva il presidente Zanin". ACON/FA-fc



L'intervento di Rosanna Giuricin Turcinovich al convegno in sala Tessitori
L'intervento di Ervin Dubrovic, direttore dei Civici Musei della città di Fiume
Drago Kraljevic, ex ambasciatore della Repubblica di Croazia e scrittore
Il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, che ha moderato il convegno sull'ingresso della Croazia nell'area Schengen