garante regionale dei diritti della persona

Notizie dal Garante

16 gennaio 2024

Il Garante regionale dei diritti della persona visita la Casa circondariale di Pordenone

Il 15 gennaio 2024 il Garante regionale dei diritti della persona, prof. Paolo Pittaro, si è recato alla Casa circondariale di Pordenone, accolto dal Direttore, di recente nomina, dott. Leandro Salvatore La Monaca, che ha esposto la situazione complessiva dell’istituzione. Accompagnato dal Comandante della Polizia penitenziaria, il Garante ha effettuato una visita della struttura, soffermandosi sulla completata ristrutturazione del primo piano, con l’introduzione delle docce nelle stanze di pernottamento, intrattenendosi con i ristretti e ricevendo separatamente coloro che avevano chiesto di incontrarlo. La vetusta struttura penitenziaria, che da decenni vede ventilata la sua chiusura, oltre ai connessi problemi edilizi, soffre del generale sovraffollamento, che distingue tutte le carceri nonché, in particolare, della carenza del personale della polizia penitenziaria, che rende più complessa la sua gestione.

 
11 gennaio 2024

Il Garante regionale dei diritti della persona visita il CPR di Gradisca d’Isonzo

Il 10 gennaio 2024 il Garante regionale dei diritti della persona, prof. Paolo Pittaro, si è recato al Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) di Gradisca d’Isonzo, accompagnato dal Prefetto di Gorizia, dott. Raffaele Ricciardi. Nel corso della visita il Direttore della struttura ha esposto nel dettaglio la complessità della gestione del Centro, spesso oggetto dell’attenzione da parte dei media, con un’informazione non sempre precisa, in occasione di episodi di contrasti, tentativi di fuga o dolosi incendi, che richiedono l’intervento dall’esterno delle forze dell’ordine. Il Garante, ben conscio che trattasi di una detenzione amministrativa, con tutte le contraddizioni e le conseguenze proprie di tale entità, ove i vari ospiti si oppongono non alla permanenza in sé ed al correlato trattamento, ma al loro previsto rimpatrio con reazioni anche di violenza sulle cose e di ricerca di ogni via di possibile fuga, ha insistito nel dover rendere tale permanenza, per quanto chiusa, meno possibile simile al carcere. Da tale profilo si deve apprezzare che il CPR di Gradisca è l’unico, dei 10 esistenti, nel consentire agli ospitati l’uso del cellulare, mantenendo così i contatti con la famiglia d’origine, i rapporti amicali, con l’avvocatura ed i vari Enti di assistenza, così come dalla Relazione al Parlamento 2023 del Garante Nazionale risulta che tale CPR abbia un tempo medio di permanenza molto limitato (intorno ai 30 giorni rispetto ai 90 possibili, ora allargati a 180 dalla recente normativa). Peraltro, ad avviso del Garante, tale permanenza, più o meno limitata, dovrebbe essere non vuota, ma con possibili attività, quali quelle sportive (già in atto nella partita di calcio del fine settimana) e nella prevista istituzione di una palestra e sala di ricreazione.

 
11 gennaio 2024

Il Garante regionale dei diritti della persona visita la Casa circondariale di Gorizia

Il 10 gennaio 2024 il Garante regionale dei diritti della persona, prof. Paolo Pittaro, si è recato alla Casa circondariale “Angiolo Bigazzi” di Gorizia, accolto dal Direttore, di recente nomina, dott. Caterina Leva, che lo ha accompagnato nella sua visita alla struttura, delineandone i profili operativi. In particolare, sono state evidenziate le numerose le iniziative didattiche ed i corsi professionali in corso e l’attività del personale giuridico-pedagogico, mentre si rimane ancora in attesa del bando (dopo l’esaurimento del  precedente) per la nomina degli esperti educatori dei c.d. “protetti”, ossia i sex offenders che sono detenuti  proprio in quello specifico istituto penitenziario. Parimenti, significativa rimane la mancanza del personale contabile amministrativo, alla cui carenza si provvede con supplenze frazionate di personale di altre case circondariali regionali. Nel complesso il Garante (che ha assistito anche all’inizio di una lezione del Corso di cucina) ha potuto constatare i costruttivi rapporti fra i ristretti e la polizia penitenziaria in un clima distensivo.