L'arte e la cultura

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La sede del Consiglio regionale apre le porte all'arte, ospitando esposizioni temporanee visitabili anche dai cittadini presso gli spazi attigui all'aula consiliare.

Oltre alle tradizionali mostre pittoriche, recentemente si sono aggiunte le esposizioni di artigianato artistico e le rassegne fotografiche riguardanti temi d'interesse generale.

Di seguito sono segnalate le mostre allestite dal 2016.


 

12 dicembre 2018

Paul Scheuermeier - Friuli e Istria 1922

Palazzo del Consiglio regionale, dal 3 ottobre al 8 novembre 2018

La mostra, realizzata in collaborazione con il Centro di catalogazione fotografica (CRAF) di Lestans ed ha proposto le immagini scattate dal linguista Paul Scheuermeier durante il suo viaggio in Friuli nel 1922, come ricercatore di parole dialettali, a testimonianza dell’attenzione del Consiglio regionale per temi legati all’inestimabile patrimonio culturale, storico, sociale, rappresentato dalle identità linguistiche regionali.

In espozione - e a catalogo - anche una quarantina di foto scattate in Istria, a quel tempo italiana.

Catalogo in mostra.

L'esposizione è stata inaugurata nella pausa dei lavori d'Aula del 3 ottobre 2018.

 
12 dicembre 2018

Fauglis nella Grande Guerra: L'Ospedale da campo n. 211

Palazzo del Consiglio regionale, dal 1 ottobre al 31 ottobre 2018 

La mostra fotografica, curata dall'Associazione culturale e ricreativa di Fauglis, dall'Associazione storico culturale Stradalta di Gonars e dal Comune di Gonars (Ud), ha voluto ricordare il centenario della conclusione del primo conflitto mondiale. 

"C’è una guerra delle strategie, dei comandi, delle prime linee e delle trincee, e c’è anche quella nelle retrovie, degli ospedali militari dove si prestano le cure ai soldati feriti, si registrano i caduti, si sperimenta formazione medica,  raccontando pagine dense di particolari sulle dinamiche del conflitto e sulle conquiste della medicina: una storia alla quale il Friuli, per la sua collocazione geopolitica nella Prima Guerra mondiale, ha offerto numerosi scenari.

Uno di questi è l’Ospedale da campo 211 di Fauglis (..)

Lo spunto è il ritrovamento di un album fotografico conservato alla Biblioteca Nazionale di Bari, che raccoglie 27 fotografie scattate nell’ottobre 1916 proprio all’ospedale militare n.211 dall’on. parlamentare del Regno Raffaele Cotugno in visita alle retrovie, e che ritraggono esterni e interni dell’ospedale ospitato a Villa Campiutti-Fabris, con i Reparti medici e chirurgici, le sale operatoria, per la sterilizzazione e per la medicazione, per le degenze, per l’isolamento, la Farmacia, il Gabinetto di chimica e microscopia, le lavanderie, le cucine, i magazzini, i locali per la truppa, le tende.

Ma molto ricco è il repertorio fotografico aggiunto, e di grande interesse sono pure le informazioni sulla nascita, la gestione e il funzionamento dell’ospedale fino a Caporetto e dopo la ritirata, e l’inquadramento storico che contestualizza questo frammento documentale ritrovato, collocandolo all’interno di una realtà articolata come quella degli ospedali militari nella nostra terra in guerra, e collegandolo alla vita della gente quale poteva essere in piccoli centri rurali come Fauglis, ed anche Gonars e Ontagnano dove sorgevano altre tre strutture sanitarie.

E' un pezzo di storia della sanità militare che in Friuli si fonda non solo sulla presenza nel nostro territorio di numerosi altri ospedali militari ma pure su quella straordinaria esperienza dell’Università castrense che proprio pochi mesi prima – il 13 febbraio – aveva preso vita, non lontano da questi luoghi, a San Giorgio di Nogaro con la fondazione di una Scuola medica da campo, che funzionò fino alla primavera del 1918, per fronteggiare le richieste di medici sul fronte bellico; medici che negli ospedali da campo potevano applicare gli insegnamenti loro impartiti durante i corsi.

Dunque, non semplicemente uno spaccato marginale ma un importante tassello nel mosaico della ricostruzione storica attraverso anche vicende di “sapore squisitamente locale”, come le definiscono i promotori e curatori della mostra, ai quali va il ringraziamento della Comunità regionale per un lavoro che attinge a una significativa bibliografia potendo inoltre contare su numerosi apporti informativi da parte di appassionati studiosi e ricercatori locali.

E’ un grazie sincero e un incoraggiamento a continuare a coltivare questa attenzione per vicende che potremmo considerare forse microstoriche, perché è l’interesse, fortunatamente diffuso, per una storia spesso nascosta nelle memorie e dei ricordi di chi l’ha vissuta, che continua a comporre e a dare sostanza al grande affresco della nostra Storia."

(Piero Mauro Zanin, Presidente del Consiglio regionale, dalla presentazione del catalogo) 

La mostra è stata inaugurata nella pausa dei lavori d'Aula del Consiglio regionale del 1°ottobre 2018.

Catalogo in mostra.

 
13 aprile 2018

Silvano Clavora

Espressioni carsiche

Palazzo del Consiglio regionale, dal 13 aprile al 29 giugno 2018 

Opera in mostra, tecnica mista.Il Consiglio regionale ha ospitato, fino al 29 giugno, ‘Espressioni carsiche’, la personale dell’artista triestino Silvano Clavora.

Venerdì 18 maggio, alle ore 17, la curatrice ha tenuto, alla presenza dell’artista, una visita guidata alla mostra. 

‘Il Carso con i suoi molteplici aspetti e umori, le sue brume e gli abissi di luce, il rosso brillante del sommaco e i toni verdi della bella stagione, le algide cave, le sue acque segrete, ha rappresentato per anni – dagli esordi dell’artista ai nostri giorni – una delle tematiche predilette e più sentite da Silvano Clavora, pittore estremamente poliedrico e sperimentatore fantasioso e inesauribile.

L’evoluzione del suo linguaggio, dal figurativo d’inclinazione tradizionale realizzato a olio su faesite negli anni sessanta al metrico a tecnica mista degli anni Duemila, orientato sempre più verso l’informale, ha abbracciato in modo continuativo il Carso, offrendo al fruitore molteplici interpretazioni dell’essenza di questo paesaggio speciale, dalle energie segrete e unico per certe caratteristiche della flora. (...)

Attraverso una cinquantina di lavori, tra cui molti inediti, l'autore riesce a raccontare l'amato paesaggio carsico, traducendone infine, dopo il Duemila, la fisicità in una sorta di bassorilievo materico che interpreta e ci restituisce, mediante le sue aspre concrezioni, il concetto d'energia insito in queste terre. Clavora sottolinea inoltre con vigore le asperità e le specificità di questo altopiano speciale grazie alle rifrazioni di luce che dalla tridimensionalità di tali 'bassorilievi' contemporanei si dipartono, enfatizzate nelle prove più recenti anche dal rapporto tra bianco e nero, divenuto nel frattempo l'accostamento cromatico preferito dall'artista'.

(dalla presentazione del catalogo a cura di Marianna Accerboni) 

Catalogo in mostra. 

CR: inaugurata mostra di Silvano Clavora