L'arte e la cultura

contenuti

La sede del Consiglio regionale apre le porte all'arte, ospitando esposizioni temporanee visitabili anche dai cittadini presso gli spazi attigui all'aula consiliare.

Oltre alle tradizionali mostre pittoriche, recentemente si sono aggiunte le esposizioni di artigianato artistico e le rassegne fotografiche riguardanti temi d'interesse generale.

Di seguito sono segnalate le mostre allestite dal 2016.


 

31 marzo 2022

Diversamente Artisti

Palazzo del Consiglio regionale, dal 31 marzo al 21 aprile 2022

 
 
Valentina Feresin, Sara Peric e Dennis Maricchio sono legati dalla stessa passione in comune, l’arte.

Per la realizzazione di questa mostra esprimono la carica di creatività e il potere riabilitativo dell'arte, nonché la bellezza offrendo delle visioni personali e originali del mondo attraverso la loro sensibilità ed il loro sguardo unico riflessi nelle loro opere.

Spesso le persone scoprono di avere del talento, di essere in grado di esprimersi in modo diverso, senza vincolarsi a regole. E proprio da questa “libertà” nascono delle opere originali ed inaspettate.

Ciascuno dei tre artisti che partecipano all’esposizione ha un proprio stile, linguaggio, espressività e personalità. Impiegando tecniche diverse hanno prodotto lavori ispirati e personali, che ci raccontano la forza e l’impegno che si cela dietro ogni pennellata, le loro storie, i loro pensieri e anche la loro ironia.

La mostra è quindi un esempio di come il linguaggio della fantasia sia in grado di diventare linguaggio comune di condivisione, un codice di comunicazione capace di abbattere le barriere.

Questo luogo d’incontro, al di là delle singole capacità e abilità, permette di mettere a confronto le diverse esperienze emergenti sia all'interno del campo artistico, sia delle prassi educative e terapeutiche. L'iniziativa è nata dalla frequentazione dei ragazzi ai corsi e alle mostre dell'Università della Terza Età di Grado e al sostegno dell’Associazione Anteas. I ragazzi fanno parte della cooperativa Thiel di Fiumicello e del Centro Cisi di Grado.

Hanno già partecipato a numerose mostre collettive in Regione e in altri contesti.

Il percorso dell’esposizione, a cura del Maestro Giuliano Cento e Laura Pigo, non vuole essere una semplice mostra di dipinti, ma si presenta come un momento di riflessione sul significato dell’arte come espressione di creatività, di sensibilità, di libertà e di bellezza di ogni individuo.

La creatività è vedere qualcosa che ancora non esiste

---

VALENTINA FERESIN

Nata a Gorizia nel 1981, vive con i genitori a Fiumicello e frequenta il Centro della Cooperativa sociale Thiel di Fiumicello.

L’autrice propone nei suoi dipinti un’allegorica fantasia di onde in movimento cadenzate con gioia e abnegazione, donando refoli di bora che uniscono le varie entità manifestando assoluta sensibilità e purezza d’animo. Dà colore alla vita.

I colori che esprime nascono dal vissuto giornaliero. L’ispirazione le nasce spontaneamente.

La tecnica di Valentina è informale e astratta, caratterizzata dall’utilizzo di colori acrilici si basa sul segno gestuale e sul senso del colore diversificando le cromie a seconda delle stagioni e dei propri stati d’animo.

SARA PERIC

Nata a Gorizia nel 1973, vive con i genitori a Ronchi dei Legionari e lavora presso il Comune di Ronchi. Frequenta il Centro della Cooperativa sociale Thiel di Fiumicello.

I quadri dell’autrice sono delicati, “parlano” agli occhi, ma ancora prima donano emotività, restituendo al fruitore quel cuore fanciullesco che alberga in ognuno di noi. Note multicolori accompagnate da pensieri sagaci e solari che attinge anche dal mare di Grado. Fare pittura la rende leggera.

Le tecniche utilizzate da Sara sono diverse, dal gestuale al figurativo, dall’astratto al collage, pennarelli e acquerelli per imprimere su tela tematiche delicate ed interiori fino a quelle sociali inquinamento/natura).

DENNIS MARICCHIO

Nato a Grado nel 1973 vive con i genitori a Grado. Frequenta il centro Cisi di Grado.

La sua pittura è un’immersione negli umori e nelle pieghe del ritratto, con le sue tinte tenui cerca di entrare dentro i personaggi nel modo più accessibile e riconoscibile all’osservatore. L’arte come felicità visiva…

Dennis esegue ritratti/caricature di personaggi famosi con l’utilizzo di colori acrilici, li rielabora dal suo punto di vista cogliendo il loro aspetto umoristico e talvolta quello più realistico di un’espressività profonda.

---

Catalogo in mostra

Inaugurazione: mercoledì 30 marzo 2022

 
31 marzo 2022

Incontro con l'Arte Giovanni Prez

Palazzo del Consiglio regionale, dal 31 marzo al 22 aprile 2022

Il Consiglio regionale, massima espressione politica del territorio, è da sempre vicino alle comunità del Friuli Venezia Giulia. E questo legame si manifesta da tempo anche con le mostre temporanee che vengono ospitate nei corridoi del palazzo di piazza Oberdan a Trieste. Un modo per mettere in evidenza i nostri artisti e gioire delle loro opere, perché l’arte è da sempre bellezza e riposo per gli occhi e per l’anima.

La pubblicazione che ho il piacere di presentare, annuncia il Presidente del Consiglio regionale Pier Mauro Zanin, è dedicata a Giovanni Prez, l’artista di Fauglis di Gonars che per tutta la vita ha disegnato, fin da quando era un bambino delle elementari, ma solo con il passare degli anni ha potuto dare forma compiuta al suo talento, affinando la tecnica ed esponendo in mostre personali e collettive che hanno riscosso un crescente successo.

La fonte di ispirazione di Prez è la natura della bassa pianura friulana, un ecosistema da difendere e a cui l’artista – preoccupato per l’estensione delle aree coltivabili - è particolarmente legato. Figlio della sua terra, Prez è anche un appassionato volontario in molte associazioni e vive con pienezza il suo tempo: le sue opere sono dunque il riflesso di un rapporto forte e diretto con il Friuli che tutti amiamo. 

Una lettura appassionata e visionaria della natura accompagna Giovanni Prez in questa mostra  per accompagnare il suo canto, costruito su disegni fragranti di un paesaggio  palustre che non vuole arrendersi alla depauperazione e di una campagna che non vuol cedere al cemento, nella memoria di una civiltà contadina che è  leggenda, fiaba, realtà e immaginazione.

Prez è un uomo di paese, disegnatore raffinato ed entusiasta silente narratore di campagne incontaminate e  accarezzate dal vento tiepido di quella parte del Friuli  che  gioca con una vegetazione ancora primitiva ma non selvaggia.

Le fronde rigogliose offrono un tono quasi postimpressionista, il tronco orgoglioso è sapiente di realismo. Nella natura l'umanità tace perchè il mistero della vita è fiore, foglia, vento.

Giovanni Prez, poeta del segno traccia con la sua semplicità un po' ingenua e un po' persuasiva, accogliente ma anche riservata, complice di un talento antico e sempre contemporaneo, leggero ma profondamente riflessivo.

I quadri di Giovanni Prez oltre che belli a guardare hanno i l pregio di farci riflettere: il contesto ambientale così ben rappresentato viene messo a dura prova dal cambiamento climatico in atto provocato dall'azione umana.

Dobbiamo fare tutto il possibile perché questo ambiente così ben raffigurato da Giovanni non vada irrimediabilmente perduto!

Giovanni Prez

---

Inaugurazione: giovedì 31 marzo 2022

 
 
20 gennaio 2022

Scuola mosaicisti di Spilimbergo. "Passeggiata in RGB"

Palazzo del Consiglio regionale, dal 20 gennaio 2022

 
Il Consiglio regionale ospita l'opera ideata dalla maestra mosaicista Cristina de Leoni ed eseguita dagli allievi corso terzo, anno formativo 2012/2013, tecnica diretta, smalti e materiali naturali, cm 150 X 200. L'opera sarà presentata giovedì 13 gennaio 2022.

«Attraverso una serie di figure in movimento, l’opera gioca sulla combinazione dei tre colori, rosso, verde e blu, che determinano il modello additivo RGB, sfruttato nei dispositivi elettronici. Dalla giustapposizione di queste tre cromie si ottiene la visione di diversi colori: si tratta di una sintesi percettiva su cui si basa anche il mosaico. La visione delle tessere nelle loro tonalità cambia a seconda della distanza tra mosaico e spettatore. I diversi colori si fondono per dare forma alle figure rappresentate, ma da vicino appaiono nella loro molteplice varietà cromatica.

Le piccole unità di vario formato, le tessere appunto, si differenziano per disposizione, profilo, superficie, rilievo e determinano nella lettura dell’insieme il ritmo dell’immagine, la sua vitalità, la sua forza che resta vibrante negli occhi di chi guarda e si modifica in base alla luce, allo spazio e al contesto in cui si è immersa.

Il procedere di queste figure verso una meta, il loro incedere sicuro, ordinato e compatto vuole essere metafora del raggiungimento per la nostra Regione di importanti obiettivi. Quest’aspirazione si trasforma in un movimento comune verso il futuro: la speranza che ognuno, con il suo incedere, raggiunga i risultati che si è prefisso e che assieme si possa rendere il nostro territorio il migliore in cui poter vivere.»

 

La Scuola Mosaicisti

La Scuola Mosaicisti del Friuli aprì le sue porte il 22 gennaio 1922 affinché giovani dello Spilimberghese e delle zone limitrofe potessero imparare un mestiere, quello del terrazziere e mosaicista, assai diffuso nel Friuli occidentale. Da questa estrema provincia del Regno d’Italia partivano infatti maestranze alla conquista del mondo: Parigi, Vienna, Varsavia, Budapest, San Pietroburgo e poi oltreoceano, a New York, Washington, Boston, e in Sudamerica. Una lista di luoghi che potrebbe crescere se si seguissero le saghe delle famiglie residenti tra Sequals, Spilimbergo, Fanna e Cavasso Nuovo dove il mestiere del mosaicista si trasmetteva di generazione in generazione, un sapere tradizionale che, unito a intraprendenza e capacità, aveva reso questi “emigranti”, spinti per necessità a lasciare la lor terra, protagonisti di grandi imprese decorative. Provenire da questo territorio con una così forte e storica (documentata infatti fin dal Cinquecento) tradizione artigianale e artistica non era comunque sufficiente. Nella difficile situazione economica e sociale del dopoguerra, era la preparazione culturale e tecnica a fare la differenza per tanti giovani pronti a percorrere le vie aperte dai loro predecessori: non semplici manovali, ma operai specializzati riconosciuti in tutti i cantieri del mondo per le loro particolari competenze. Questa importante intuizione di Ludovico Zanini, sostenuta economicamente dalla Società Umanitaria, ente filantropico di Milano dedito a progetti di educazione e sviluppo sociale, e supportata dall’allora Amministrazione di Spilimbergo, guidata dal sindaco Ezio Cantarutti, è alla base dell’istituzione della Scuola Mosaicisti del Friuli che dal 1922 ininterrottamente forma professionisti nell’ambito del terrazzo e del mosaico.

La Scuola occupò alcuni locali messi a disposizione dal Comune nella ex Caserma Bevilacqua, ma il numero crescente degli allievi, oltre trecento, determinò la costruzione di un nuovo edificio, l’attuale ala storica su via Corridoni, in parte finanziato dalla National Terrazzo and Mosaic Association del New Jersey, unione professionale di ditte americane del settore musivo e pavimentale, quasi tutte fondate da emigrati friulani. E’ l’inizio degli anni Trenta e a questo periodo risale anche la faraonica decorazione del Foro Italico: oltre 10.000 mq di mosaico eseguiti su incarico dell’Opera Nazionale Balilla tra il 1933 e il 1937.  Alle attività prettamente formative, vennero fin da subito infatti affiancate anche quelle produttive. Queste ultime, che rispondevano a commesse esterne, avevano una doppia finalità: la prima era offrire occasioni di studio e pratica per gli allievi iscritti al terzo e ultimo anno o al corso integrativo di tirocinio; la seconda era sostenere le tante spese della Scuola, che andavano dall’acquisto dei materiali alla gestione del personale. Nel laboratorio annesso alla Scuola furono composti mosaici poi spediti in Italia e all’estero, raggiungendo anche Oslo, Shangai e Toronto.

Il secondo dopoguerra si caratterizza per le collaborazioni con pittori e disegnatori che alla Scuola si rivolsero per tradurre a mosaico dei loro progetti: Mario Deluigi, Fred Pittino, Ernesto Mitri, Giuseppe Zigaina, Carlo Ciussi... Si tratta di ampie superfici ideate come risposta a bandi pubblici per la decorazione di spazi architettonici in stazioni, scuole, caserme, istituti assistenziali. Vanno poi ricordati i cicli e gli interventi musivi in chiese, cimiteri e altri luoghi sacri: nel Tempio Ossario di Udine (1961-1968), nel Santuario di Madonna di Rosa a San Vito al Tagliamento (1967-1970), nel Sacrario di Cargnacco (1956-1979) e poi nella Grace Lutheran Church a Mankato in Minnesota (1967) e nella Chiesa di Santa Cunegonda a Detroit (1981-1982).

Le profonde trasformazioni del sistema scolastico italiano determinarono un graduale cambiamento degli studenti che avevano un profilo e delle aspettative diverse dal passato: le martelline non erano più solo prerogativa degli uomini, l’età dei frequentanti si era alzata (molti erano già maggiorenni), aumentava il numero degli stranieri giunti a Spilimbergo per imparare l’arte del mosaico.

Le riforme per la Scuola Mosaicisti del Friuli arrivarono negli anni Novanta e furono necessarie per recuperare e aggiornare l’obiettivo formativo e di conseguenza tutta l’Istituzione. Rimaneva il lustro di grandi e importanti commesse, realizzate anche collaborando con i laboratori locali gestiti da ex allievi: la Chiesa del Monastero di Sant’Irene di Chrysobalanton a Likovrisi-Attikis presso Atene (1100 mq di mosaico parietale e pavimentale nel rispetto dei canoni dell’arte bizantina) inaugurata nel 1988, l’esecuzione del mosaico pavimentale (1600 mq) nell’Hotel Kawakyu a Shirihama in Giappone nel 1989 e, circa dieci anni dopo, il rivestimento della cupola dello spazio detto Catholicon, nella parte greco-ortodossa della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme (345 mq).

Nel contempo una legge della Regione Friuli Venezia Giulia, la n. 15 del 28 marzo 1988 Interventi a favore del Consorzio per la Scuola Mosaicisti del Friuli, salvaguardava l’unicità della Scuola riconoscendole tre funzioni: quella della formazione, della produzione e della promozione dell’arte del mosaico. Sono tre ambiti, tra loro in stretta relazione, nei quali da allora si inquadrano tutte le attività, coltivate sempre più in sinergia con altri soggetti, portatori di idee e proposte.

La Scuola è entrata nel XXI secolo con la consapevolezza che l’antica arte musiva possa rispondere alle esigenze e ai gusti del presente. Le ricerche elaborate nell’ambito del mosaico contemporaneo si sono indirizzate agli spazi architettonici, all’arredo urbano, all’oggetto di design. Ne sono esempi la Seatta iridescente (2004), un mosaico lungo 37 metri, dono della Regione Friuli Venezia Giulia alla città di New York per la nuova stazione metropolitana World Trade Center Transportation Hub, il ciclo musivo per la Volksbank di Graz in Austria (2010), il polittico per la Chiesa di San Lorenzo a Fossa in Abruzzo (2010) e ancora le figure sugli stabilimenti balneari di Lignano Pineta (dal 2011 ad oggi), la composizione narrativa nella Chiesa della Sacra Famiglia di Pordenone (2013), i grandi pannelli del percorso religioso Cercivento: una Bibbia a cielo aperto (dal 2013) fino alle steli a memoria della scrittrice e studiosa Novella Cantarutti e delle donne di Rauscedo, rispettivamente collocate nel 2021 a Spilimbergo e a San Giorgio della Richinvelda. Ci sono poi le soluzioni a mosaico pensate per tavoli, vasi, mobilio e sedute, forme e oggetti che qualificano un luogo e un arredamento. La Scuola si è così distinta non solo per il rispetto di un “sapere fare” proprio della tradizione artistica regionale, ma anche per la qualità e l’innovazione della produzione più recente. Lo dimostrano gli apprezzamenti ottenuti a livello internazionale partecipando a esposizioni quali la Biennale del design di Gwangju in Corea del Sud (2009), all’Expo del 2015 a Milano e a quella del 2017 in Kazakistan e poi ancora a mostre su invito allestite a Toronto (2003), a Melbourne e a Sydney (2006-2007), alla Art Gallery della città cinese di Qingdao (2016), nei centri kazaki di Almaty e di Astana (2016) e poi in Europa, ad Anversa e a Stoccarda (Germania), a Veszprèm (Ungheria), a Chaumont (Francia), a Mosca (Russia), a Basilea, San Gallo e Friburgo (Svizzera), a Bruxelles (Belgio).

Con allievi provenienti da tutto il mondo la Scuola Mosaicisti del Friuli si conferma oggi una realtà internazionale, ma ciò è possibile perché è espressione della qualità, della creatività, della tradizione e del “saper fare” che connotano le eccellenze artigianali e artistiche italiane.