Villaggi temporanei e nuove abitazioni

I villaggi provvisori rispondevano a necessità pratiche, ma - al contempo - soddisfacevano spinte emotive e rispettavano valori culturali profondi. Il rifiuto di estraniarsi in patria, di scollare l'identità che luoghi e stili di vita avevano cementato, era una motivazione che concordava con l'esigenza di trattenere sul posto la forza lavoro necessaria alla ricostruzione delle abitazioni, alla ripresa delle attività produttive.

La qualità dei prefabbricati, la loro ordinata disposizione - a quarant'anni dal sisma - dimostrano la razionalità del piano secondo il quale sono stati scelti e collocati. I paesi rimessi a nuovo rivelano in confronto una sorta di anarchia. Ogni famiglia ha edificato secondo un progetto proprio, secondo una idea personale del benessere e della modernità. L'omogeneità della tradizione, celebrata da ricerche decennali sulla "casa rurale", è stata cancellata.

L'affermarsi della villetta unifamiliare attesta due fatti: i capofamiglia furono gli attori della ricostruzione; le energie individuali consentirono di riattivare insediamenti che nelle forme originarie non avrebbero soddisfatto le moderne esigenze di vita.

Per comprendere la nascita di borghi che insistono sugli spazi della tradizione, ma che non ne condividono fattezze e funzioni si deve ripercorrere il piano secondo il quale sono stati impostati e il processo che li ha resi possibili.
Per rifare la casa danneggiata o distrutta dal sisma i capofamiglia presentavano al sindaco, funzionario delegato della Regione, un progetto. Questo doveva essere approvato dai tecnici della Segreteria generale, che secondo regole semplici e chiare approvavano riparazioni e rifacimenti. Se i singoli avessero voluto ampliare le metrature abitative oltre i limiti previsti, avrebbero dovuto affrontare di tasca propria i costi supplementari pur ricorrendo a finanziamenti agevolati.


Lorenzo Cozianin, ex sindaco di Ragogna, Ragogna, 12 marzo 2016

A maggior comprensione del momento si dovrebbe ricordare che molti abitanti dell'area terremotata avevano dimestichezza con le tecniche edilizie; che le norme del costruire erano meno vincolanti delle attuali. L'impegno dei singoli che indubbiamente accelerò i tempi della ricostruzione potrebbe essere riassunto in forma iconica dalla betoniera che - caso non proprio frequente, ma per certo significativo - veniva avviata nell'area terremotata dopo le ore di fabbrica. La vicinanza tra villaggi temporanei e definitivi, tra villaggi temporanei e imprese industriali sosteneva l'impegno della ricostruzione di case e fabbriche, stringeva tra loro obiettivi di sviluppo non separabili. L'abolizione del rustico che di regola accompagnava l'abitazione, segnala infatti la fine della agricoltura tradizionale come integrazione del lavoro all'estero o in patria.
Un racconto che si fondi su tracce topografiche dell'evento deve trascurare le incertezze e gli affanni del periodo perchè privilegia l'aspetto ultimo della ripresa. Mentre lo sguardo può sottintendere l'intervento dei gruppi politici e di opinione, non può rammentare le condizioni di arretratezza abitativa che avevano caratterizzato la maggior parte dei Comuni sinistrati. Per molti le nuove case cambiarono radicalmente il modo di vita, rappresentarono un traguardo di benessere insperato. Il beneficio fu esteso persino a quanti erano emigrati e ormai risiedevano definitivamente all'estero. Ad essi fu offerta la possibilità di affermarsi come proprietari di seconda casa proprio nel luogo dal quale erano partiti lasciando povere mura in abbandono. Le automobili con targa francese che - per esempio - si concentravano a Forgaria nell'estate degli anni Ottanta restano in proposito emblematiche.

Il generale sovradimensionamento della ricostruzione dipende dalla complessità sociale delle forze in campo. La larghezza delle risorse finanziarie risolse i conflitti che le diverse esigenze dei partiti politici e dell'opinione pubblica avevano e avrebbero avanzato. Le tensioni che i cittadini con minori risorse e i sostenitori dei valori culturali del borgo avrebbero potuto generare furono anticipate concedendo a tutti i richiedenti riparazione o riedificazione delle case colpite dal sisma.

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