Strategia della ricostruzione

Le strategie della ricostruzione sono state ripercorse secondo tre linee di riflessione. Le nuove testimonianze raccolte, riportate on-line e raggiungibili all'indirizzo http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagineinterne/portale/terremoto/voceProtagonisti.aspx , integrano da questo punto di vista il testo e le immagini. Anzitutto sono state messe in evidenza l'impostazione politica e la creazione da parte della Regione della Segreteria Generale Straordinaria. Il momento tecnico-scientifico della ricostruzione si sarebbe risolto in termini 'federalistici'. In seconda battuta si è discusso il problema della contro-informazione concentrandosi su Friuli, un popolo tra le macerie (Udine, 20162). Si sono esaminati gli aspetti più avanzati della critica militante, importanti perchè hanno coinvolto tutta la Chiesa friulana e riassunto di fatto le istanze del "popolo delle tende". Il terzo momento ha affrontato la questione del successo della ricostruzione sotto il duplice profilo di modello da imitare e di esecuzione puntualmente eseguita.

Il riconoscimento anche a livello internazionale dell'opera svolta dalla Regione trova espressione soprattutto nell'attività di ricerca che il bavarese Robert Geipel dell'Università Tecnica di Monaco sviluppò per dieci anni sul campo.

I suoi interventi e quelli dei suoi collaboratori inquadrano nei modi della teoria dei disastri l'esperienza friulana incontrando il punto di vista e il pragmatismo di Emanuele Chiavola, direttore della Segreteria.

Il discorso, qui necessariamente sintetico, è sottoposto a una verifica severa: la voce dei protagonisti di quella stagione.

L'intervento di Roberto Dominici, al tempo Assessore regionale alla ricostruzione, può essere così riassunto: le scelte politiche (la decisione di Aldo Moro di affidare alla Regione la gestione della rinascita e il cosiddetto "compromesso sismico", ovvero l'accordo di collaborazione tra opposizione e maggioranza) e la guida tecnica (la costituzione della Segreteria Generale Straordinaria e dell'Ufficio Operativo Centrale all'interno del quale i rappresentanti dei partiti decidevano gli "appalti accorpati") hanno consentito il successo della ricostruzione dell'area terremotata.

La testimonianza di Duilio Corgnali, già Segretario del Coordinamento delle Tendopoli, assume un doppio significato. Da un lato riferisce le paure e le sofferenze della popolazione sinistrata, dall'altro l'impegno della Chiesa nel sostenere la "speranza" nella rinascita. Sotto questo profilo diventa centrale la figura di monsignor Alfredo Battisti, vescovo di Udine, perchè come interprete della "chiesa del popolo" dialoga e si confronta con tutte le forze politiche.

Una sintesi della progettazione ed esecuzione materiale del "modello Friuli" è infine proposta da Ferruccio Saro, sindaco di Martignacco dal 1975 al 1985 ma anche rappresentante del Partito Socialista nell'Ufficio Operativo Centrale Viene messa a fuoco con grande energia la figura di Emanuele Chiavola di cui sottolinea, come già aveva riconosciuto Luciano Di Sopra, le (indiscusse) competenze tecniche assieme alle (spesso trascurate) capacità politiche. L'accordo con il Presidente della Regione Antonio Comelli è una delle ragioni del successo, riconosciuto da più voci a livello internazionale e in quanto tale suggerito come esempio da imitare, se possibile, nelle sue forme più generali.

Il ruolo dell'ente pubblico e dei suoi interpreti in questo supplemento d'indagine è finalmente riconosciuto e riproposto all'attenzione di chi oggi deve gestire un nuovo momento di emergenza.

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